Indagini negli USA contro Apple per problemi antitrust e presunte collusioni con il governo

Apple e Tim Cook dovranno probabilmente affrontare nuove indagini nei prossimi mesi.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intensificato la sua indagine antitrust su Apple negli ultimi mesi, come confermato in queste ore dal Wall Street Journal. Intanto, Tim Cook ha ricevuto un mandato di comparizione per un indagine su presunte collusioni del governo federale con le aziende Bit Tech.

In particolare, sono state assegnate ulteriori parti in causa e sono state presentate nuove richieste di atti e consulenze a società collegate all’istruttoria. Come parte dell’indagine, il rapporto afferma che il Dipartimento di Giustizia sta esaminando le pratiche commerciali dell’App Store di Apple e se iOS favorisce le app e i servizi di Apple rispetto a quelli forniti da sviluppatori di terze parti e altre società.

Apple ha rifiutato di commentare la notizia, ma la società ha precedentemente negato di operare in modo anticoncorrenziale e ha affermato di accogliere con favore la concorrenza sull’App Store.

L’indagine è iniziata nel 2019, quando il Dipartimento di Giustizia ha chiesto informazioni sulle politiche di Apple relative all’App Store e ha incontrato gli sviluppatori per saperne di più sul processo di revisione dello store. Se il Dipartimento di Giustizia sceglierà di andare avanti con un reclamo, Apple dovrà affrontare una causa antitrust da parte del governo degli Stati Uniti.

Apple è stata accusata per pratiche anticoncorrenziali in diversi altri paesi negli ultimi anni, tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Corea del Sud, Giappone e Italia, con molti dei reclami relativi all’App Store. Di conseguenza, Apple è stata costretta ad apportare modifiche all’App Store e presto potrebbe consentire gli store alternativi in Europa.

tim cook congresso

Sempre nella giornata di ieri, il CEO di Apple Tim Cook e altri dirigenti di aziende tech hanno ricevuto un mandato di comparizione da parte di Jim Jordan, presidente della commissione giudiziaria della Camera. Il mandato di comparizione fa parte dell’indagine del comitato sulla collusione segnalata del governo federale con Big Tech per sopprimere la libertà di parola.

Oltre a Tim Cook, la Commissione Giustizia della Camera ha citato in giudizio anche gli amministratori delegati di Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft: Sundar Pichai, Andy Jassy, ​​Mark Zuckerberg e Satya Nadella. Le citazioni in giudizio richiedono che questi dirigenti consegnino tutti i documenti e le comunicazioni richiesti entro il 23 marzo 2023.

Questo il comunicato stampa della Commissione Giustizia della Camera

A partire dallo scorso dicembre, la commissione giudiziaria della Camera ha ripetutamente tentato di dialogare con le cinque società. Purtroppo le aziende non hanno ottemperato adeguatamente alle nostre richieste.

Il Congresso ha un ruolo importante nella protezione e nella promozione dei principi fondamentali della libertà di parola, anche esaminando come gli attori privati ​​si coordinano con il governo per sopprimere i discorsi protetti dal Primo Emendamento. Queste citazioni in giudizio sono il primo passo per ritenere le Big Tech responsabile.

Come spiega il Wall Street Journal, i repubblicani della Camera stanno indagando se l’amministrazione Biden abbia collaborato con le grandi aziende tecnologiche sulla “censura di punti di vista legittimi che andavano contro la politica della Casa Bianca su questioni come la gestione della crisi Covid-19”.

In che modo esattamente Apple sia coinvolta in questa presunta collusione non è chiaro, ma probabilmente l’indagine si riferisce ad alcune app non approvate su App Store che esprimevano punti di vista diversi sul Covid-19.

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