Il mondo dei sondaggi, soprattutto quelli dedicati a iOS, è davvero divertente, perché porta alla luce dati curiosi e inaspettati. L’ultimo che vogliamo proporvi riguarda il successo dei giochi, in termini di remunerazione per gli sviluppatori. Quando un gioco per iOS diventa abbastanza famoso, come, ad esempio, Angry Birds, Dov’è la mia acqua, o Tiny wings, si tende subito a pensare automaticamente, “Wow, le persone che fanno questi giochi devono essere stramilionari”. Beh, certo, Rovio o Disney non “piangono miseria”, ma occorre valutare esattamente il sondaggio che vi proponiamo per capire che non sempre il successo di un gioco equivale a remunerazioni alte. Vediamo il perchè.
App Annie, una società di analisi che tiene traccia e raccoglie i dati delle vendite app, ha condotto uno studio per un periodo di 12 mesi su App Store. Lo studio ha rivelato che i “blockbuster” iOS come Angry Birds e Fruit Ninja non portano necessariamente nelle tasche degli sviluppatori più soldi rispetto a giochi che lentamente, ma inesorabilmente, si fanno strada in App Store a lungo termine. In altri termini, non è detto che un titolo che riesca a scalare le classifiche App Store ed entrare nella top 25 sia più remunerativo di un gioco che pur non entrando in “home” riesce comunque a mantenere una buona posizione per lungo tempo.
Le applicazioni popolari sono equiparabili ad un fuoco d’artificio che scoppia e si brucia in un attimo, ma che a lungo andare spariscono lentamente. La popolarità in App Store non si traduce automaticamente in ricchezza. Lo studio ha anche concluso che una su quattro delle applicazioni “popolari” vengono cancellate dopo un solo utilizzo.
Altro elemento che lo studio ha portato alla luce è relativo al genere dei giochi. Quelli d’azione sono buoni per fare soldi alla svelta, mentre i giochi di strategia sono molto remunerativi a lungo termine.
Lo studio di App Annie è pieno di dati interessanti, che sono disponibili interamente sul sito App Annie. Se siete interessati allo sviluppo di giochi iOS, fareste bene a fare un’occhiata.
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