App Store Il CEO di ProtonMail paragona Apple alla mafia

"Estorsioni mafiose", così il CEO dell'app ProtonMail ha definito le pratiche adottate da Apple su App Store.

Il CEO di ProtonMail si unisce a Epic Games e altri sviluppatori nell’accusare Apple e l’App Store di pratiche scorrette e anti concorrenziali.

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Come riporta The Verge, il CEO di ProtonMail Andy Yen ha condiviso con il comitato del Congresso che sta indagando sulla questione un resoconto dei rapporti intrapresi con Apple negli ultimi anni, definendo le pratiche dell’App Store come “estorsioni mafiose“.

Yen ha spiegato come Apple abbia continuamente chiesto di aggiungere un’opzione di acquisto in-app, anche se l’app ProtonMail era stata approvata nel 2016 ed era sempre stata gratuita senza opzioni di acquisto. Quando però la software house ha inviato una semplice e-mail ai propri clienti per informarli dell’aggiunta di opzioni a pagamento, Apple ha minacciato di rimuovere l’app e di bloccare tutti gli aggiornamenti su App Store.

Dinamiche simili sono capitate anche con le app Hey e WordPress:

Per i primi due anni siamo stati tranquillamente su App Store, andava bene, nessun problema. Ma una pratica comune che vediamo con tante altre app è che quando inizi a ricevere un significativo carico di upload e download, si inizia a guardare la situazione con maggiore attenzione, e poi come qualcosa inizia ad andare bene arriva questa estorsione mafiosa, arrivano per prenderti un po’ di soldi.

Noi non offrivamo una versione a pagamento nell’App Store, era scaricabile gratuitamente… non era come Epic dove avevi un’opzione di pagamento alternativa, non potevi pagare affatto in-app. Nell’app facevamo solo menzione della possibilità di acquistare piani a pagamento sul nostro sito, proprio come WordPress con cui Apple si è poi scusata.

C’è da dire che Apple ha ufficialmente cambiato le regole dell’App Store a partire dall’11 settembre per esentare le app di posta elettronica da queste dinamiche, ma Yen afferma di non aver rimosso l’opzione di acquisto in ProtonMail iOS (che è il 26% più costosa rispetto all’acquisto sul web) per cautela e per paura, “in parte perché le regole così come sono scritte ci impedirebbero comunque di dire ai clienti che c’è un’opzione di questo tipo“. Il CEO ha aggiunto che tante altre app hanno timori di questo tipo, perché Apple può rimuoverle in qualsiasi momento dall’App Store.

Yen ritiene inoltre che le pratiche dell’App Store siano dannose per le app incentrate sulla privacy:

Il taglio del 30% richiesto da Apple sta effettivamente danneggiando le app e-mail incentrate sulla privacy, perché è difficile competere con Gmail quando devi addebitare una commissione per il tuo servizio e sei anche tassato.

ProtonMail fa parte della Coalition for App Fairness che è stata recentemente lanciata per esercitare pressioni antitrust su Apple ed è guidata da Epic, Spotify e Tile. Anche Microsoft si è allineata con questo gruppo, applicando nuove regole sul suo store.

Apple ha risposto difendendo le sue pratiche sull’App Store:

Apple non si vendica contro gli sviluppatori: lavoriamo con loro per avere le loro app nello store, per questo applichiamo le regole in modo equo. Gli sviluppatori hanno molti modi per comunicare e appellarsi alle decisioni di Apple, inclusa la possibilità di appellarsi a intere regole, inoltre non bloccheremo più aggiornamenti con correzioni di bug per violazioni delle regole, a meno che l’app non abbia problemi legali.

Le critiche ricevute da Apple negli ultimi mesi sono servite proprio a far modificare alcune regole nell’approvazione delle app sullo store, ma a quanto pare gli sviluppatori vogliono maggiore libertà e commissioni più basse.

 

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