Phil Schiller spiega perché l’app Hey è stata rifiutata

Continua la diatriva tra Apple e gli sviluppatori di Hey, dopo il rifiuto di pubblicazione su App Store per la mancanza degli acquisti in-app.

Apple non cambia idea e conferma la decisione di non approvare la pubblicazione del client e-mail Hey su App Store, in quanto viola le clausole imposte a tutti gli sviluppatori. Intanto, il deputato Davide Cicilline afferma che il comportamento di Apple è come “una rapina in autostrada”.

In un’intervista con TechCrunch, il dirigente Apple Phil Schiller ha dichiarato che la società non ha intenzione di cambiare le regole dell’App Store e che l’app Hey è stata inizialmente approvata per errore: “Ad oggi, non ci sono cambiamenti alle regole che stiamo prendendo in considerazione. Ci sono molte cose che gli sviluppatori potrebbero fare per far funzionare l’app all’interno delle regole che abbiamo. Ci piacerebbe che lo facessero“.

L’app a cui Schiller si riferisce è chiaramente Hey, una nuova applicazione di posta elettronica in abbonamento sviluppata dai creatori di Basecamp. Come spiegato all’inizio di questa settimana, Hey è stata inizialmente approvata su App Store, ma gli aggiornamenti successivi sono stati respinti da Apple perché non viene consentito agli utenti di attivare l’abbonamento tramite il sistema di acquisti in-app. David Heinemeier Hansson, CTO di Basecamp e responsabile dello sviluppo di Hey.com, ha affermato che Apple si comporta come un “gangster“, visto che continua a respingere questo aggiornamento che corregge alcuni importanti bug dell’app.

Schiller afferma che il motivo per cui l’app Hey ha bisogno del supporto per l’abbonamento in-app è che altrimenti scarichi l’app e non funziona. “Scarichi l’app e non funziona, non è quello che vogliamo nello store“, ha spiegato Schiller. Le eccezioni sono le cosiddette applicazioni “reader” come Netflix:

Non abbiamo esteso queste eccezioni a tutti i software. L’email non è e non è mai stata un’eccezione inclusa in questa regola. In effetti, l’app Mac di Hey è stata respinta per lo stesso motivo. La versione originale dell’app iOS è stata approvata per errore e non avrebbe mai dovuto essere disponibile sullo store.

Schiller condivide poi dei consigli su cosa potrebbe fare Hey se volesse essere disponibile sull’App Store. In sostanza, suggerisce che Hey potrebbe offrire una versione gratuita o a pagamento dell’app che offre funzionalità di base per la lettura dele e-mail:

Un modo in cui Hey potrebbe muoversi è quello di offrire una versione gratuita o a pagamento dell’app con funzionalità di lettura e-mail di base su App Store, quindi offre separatamente un servizio di posta elettronica premium attivabile sul proprio sito Web. Faccio un altro esempio: un’app RSS che legge qualsiasi feed, ma può leggere anche un feed a pagamento che prevede l’acquisto di un abbonamento sul sito dell’editore. In entrambi i casi, le app avrebbero funzionalità attiva quando scaricate dallo store.

In pratica, come è strutturata adesso l’app Hey non offre alcuna funzionalità agli utenti, se non attivando un abbonamento esterno. Apple sta chiedendo agli sviluppatori di offrire poche funzionalità base tramite un’app gratuita o a pagamento, per poi consentire agli utenti di attivare le funzioni premium sullo store dello sviluppatore. In alternativa, l’app deve dare la possibilità di attivare l’abbonamento in-app come modo per offrire nativamente una qualche funzione.

Apple ha condiviso queste informazioni anche con una e-mail inviata agli sviluppatori:

L’app HEY Email è commercializzata come app di posta elettronica sull’App Store, ma quando gli utenti scaricano la tua app, non funziona. Gli utenti non possono utilizzare l’app per accedere alla posta elettronica o eseguire alcuna funzione utile fino a quando non accedono al sito Web Basecamp per Hey Email e acquistano una licenza per utilizzare l’app HEY Email.

Apple spiega che Hey viola specificamente tre diverse linee guida dell’App Store:

  • Linea guida 3.1.1: se desideri sbloccare funzionalità all’interno della tua app, devi utilizzare l’acquisto in-app. L’app richiede ai clienti di acquistare contenuti, abbonamenti o funzionalità al di fuori dell’app, ma tali articoli non sono disponibili come acquisti in-app all’interno dell’app come richiesto dalle Linee guida per la revisione dell’App Store.
  • Linea guida 3.1.3: le app Reader possono consentire agli utenti di accedere a contenuti e abbonamenti di contenuti acquistati in precedenza. La tua app di posta non è uno dei tipi di contenuto consentiti ai sensi della presente linea guida per le app “Reader” (in particolare: riviste, giornali, libri, audio, musica, video, accesso a database professionali, VOIP, cloud storage o servizi approvati come la classe app di gestione). Pertanto, i clienti devono avere la possibilità di acquistare l’accesso a funzionalità o funzionalità nella tua app utilizzando l’acquisto in-app.
  • Linea guida 3.1.3 (b): le app che gestiscono servizi su più piattaforme possono consentire agli utenti di accedere a contenuti, abbonamenti o funzionalità acquisiti nella tua app su altre piattaforme o sul tuo sito Web, a condizione che tali elementi siano disponibili anche come acquisti in-app all’interno dell’app. L’app e-mail HEY non offre accesso a contenuti, abbonamenti o funzionalità come acquisti in-app all’interno dell’app. In effetti, l’app non funziona come un’app di posta elettronica o per qualsiasi scopo fino a quando l’utente non visita il sito Web di Basecamp per avviare una prova gratuita o acquistare una licenza separata per utilizzare l’app per lo scopo previsto.

Questa e-mail, indirizzata a Jason Fried di Basecamp, sottolinea anche che Basecamp è disponibile senza problemi da anni, ma non ha mai generato entrate per Apple. Come per dire, “ringraziateci che vi autorizziamo a stare sullo store anche se non ci guadagniamo praticamente nulla“.

Basandosi su questa vicenda, il presidente del sottocomitato antitrust della Camera degli Stati Uniti, David Cicilline, ha detto che il potere di mercato che Apple ha sul suo App Store è come “una rapina in autostrada“:

Apple ha un potere così grande che le consente di imporre prezzi esorbitanti per gli sviluppatori, con il 30% di revenue trattenute dall’azienda. È come una rapina in autostrada, un comportamento da bulli: o paghi il 30% o ti nego l’accesso al mio store. Apple sta schiacciando i piccoli sviluppatori che semplicemente non riescono a sopravvivere con questo tipo di comportamento. Se ci fosse una vera concorrenza in questo mercato, ciò non accadrebbe.

Molte persone si sono fatte avanti per condividere le loro esperienze e sono terrorizzate dalla rappresaglia economica, hanno paura di non poter sopravvivere a quello che le grandi piattaforme possono imporre a causa del potere che hanno, e intendiamo indagare su queste accuse. Questo è un vero problema sul mercato livero. È una conseguenza diretta dell’enorme potere di mercato, del fatto che Apple è il custode di questi sviluppatori.

Molti di loro mi hanno detto che, se ne avessero la possibilità, distribuirebbero le loro app su piattaforme diverse da quelle di Apple. È vero che l’App Store è stato creato da Apple, ma non possiamo semplicemente permettere a qualcuno di continuare a godere di questo potere monopolistico solo perché ha inventato un sistema o un prodotto. È contrario alle nostre leggi. Non è giusto per i nuovi sviluppatori, le nuove startup e fa male ai consumatori.

Da tempo si parla di possibili comportamenti anticoncorrenziali legati proprio all’App Store, con varie proposte di rendere libero il mercato di app su iOS. Di recente, anche l’UE ha avviato un’indagine in merito.

In risposta all’avio di queste indagine, un portavoce di Apple ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Abbiamo sviluppato ‌App Store‌ con due obiettivi in ​​mente: che sia un luogo sicuro e affidabile per i clienti di scoprire e scaricare app e una grande opportunità di business per imprenditori e sviluppatori.

Siamo profondamente orgogliosi degli innumerevoli sviluppatori che hanno innovato e trovato successo attraverso la nostra piattaforma. E man mano che siamo cresciuti insieme, abbiamo continuato a fornire nuovi servizi innovativi – come Apple Pay – che offrono la migliore esperienza del cliente pur soddisfacendo gli standard leader del settore per la privacy e la sicurezza.

Siamo delusi del fatto che la Commissione europea stia avanzando denunce infondate presentate da una manciata di aziende che vogliono semplicemente un passaggio gratuito e non vogliono giocare secondo le stesse regole di tutti gli altri. Non pensiamo che sia giusto – vogliamo mantenere un condizioni di parità in cui chiunque abbia determinazione e una grande idea può avere successo.

È vero che l’App Store è un sistema chiuso e che ha le sue regole, che possono piacere o meno, ma dall’altro lato della medaglia è fuor di dubbio che proprio il controllo da parte di Apple evita la presenza di app malevole, di app a sfondo violento o sessuale e di altri contenuti poco sicuri. Dare agli utenti iOS la possibilità di scaricare app anche da store “terzi”, significherebbe aprire le porte a tantissimi rischi. Avere la sicurezza dell’App Store ha un prezzo (alcune tipologie di app non potranno mai arrivare, i tweak sono disponibili solo su Cydia, gli sviluppatori devono sottostare a tante regole, ecc…), ma probabilmente ne vale la pena.

E voi, cosa ne pensate?

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