Un tribunale USA sospende temporaneamente il ban di TikTok

TikTok è ancora salva, almeno per ora, grazie alla nuova sentenza emessa ieri da una corte federale degli Stati Uniti.

Un giudice federale ha concesso a ByteDance un’ingiunzione preliminare contro l’amministrazione Trump e il ban di TikTok previsto da oggi 28 settembre negli Stati Uniti.

trump tiktok

Come riporta il New York Times, l’app TikTok può ancora rimanere su App Store e Google Play Store negli Stati Uniti, visto che ByteDance ha ottenuto questa importante vittoria in tribunale dopo la richiesta di emergenza presentata nei giorni scorsi per chiedere la sospensione del blocco.

Con questa ingiunzione del tribunale, TikTok dovrebbe rimanere disponibile sugli app store negli Stati Uniti almeno fino a novembre, quando potrebbero entrare in vigore nuove restrizioni. Tutto questo, sempre se prima non venga finalmente formalizzato l’accordo già raggiunto con le americane Oracle e Walmart. I termini dell’accordo prevedono che Oracle e i suoi partner ricevano una quota del 20% della nuova entità di TikTok con sede negli Stati Uniti, con il restante 80% posseduto ancora da ByteDance. Oracle avrà anche accesso al codice sorgente di TikTok per garantire che il software non includa backdoor. Questo accordo dovrebbe impedire qualsiasi tipo di ban negli USA.

Durante l’udienza di ieri, gli avvocati di TikTok hanno dichiarato al giudice Nichols che costringere i negozi online a rimuovere l’app settimane prima delle elezioni – e in un momento di un così alto isolamento a causa della pandemia – avrebbe violato i diritti dei potenziali nuovi utenti di condividere i propri contenuti. L’avvocato di TikTok John Hall ha poi sostenuto che il divieto nell’App Store è “arbitrario e capriccioso” e che l’ordine esecutivo non può applicarsi: “Questa è una delle app in più rapida crescita al mondo e i nuovi utenti sono la linfa vitale di questo business, il che è vero per qualsiasi piattaforma di social media. Se scompare dagli app store, l’effetto sarebbe devastante per quanto riguarda utenti, contenuti e creatori, e danneggerebbe la reputazione dell’app presso gli inserzionisti“.

Di contro, gli avvocati del governo hanno affermato che il Primo Emendamento non si può applicare al caso, perché l’amministrazione Trump considera l’app come un rischio per la sicurezza nazionale. Ricordiamo infatti che il governo degli Stati Uniti sostiene che TikTok, di proprietà della società cinese ByteDance, invierebbe dati di cittadini statunitensi alle autorità cinesi a Pechino. La software house ha sempre negato queste accuse, ma l’amministrazione Trump ha comunque imposto il ban a meno che le attività americane dell’app non vengano controllate da aziende USA.

Intanto, un altro tribunale ha respinto la richiesta presentata da tre utenti TikTok per impedire definitivamente il blocco dell’app negli Stati Uniti. I giudici hanno respinto le argomentazioni secondo le quali questo divieto causerebbe “danni immediati e irreparabili” a molte persone. I querelanti avevano detto di guadagnarsi da vivere proprio grazie a TikTok, avendo un seguito compreso tra gli 1,8 milioni e i 2,7 milioni di follower.

In pratica, i tre utenti affermavano che, con il ban di TikTok, avrebbero perso “l’accesso a decine di migliaia di potenziali spettatori e creatori ogni mese a causa del divieto, aggravato dalla minaccia incombente di chiudere del tutto TikTok“. Il giudice Wendy Beetlestone ha respinto le argomentazioni: anche se il divieto sarebbe “un inconveniente“, non causerebbe necessariamente “un danno immediato e irreparabile“, poiché avrebbe un impatto solo sui nuovi utenti e non su quelli esistenti, visto che per ora il ban non impedirebbe a chi già usa l’app di continuare ad utilizzarla.

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