Malgrado gli Stati Uniti abbiano abbandonato i negoziati, i funzionari dell’Unione Europea fanno sapere che implementeranno i propri piani per tassare i servizi digitali di Apple, Google e altre aziende tech, a meno che non venga raggiunto un accordo globale entro fine anno.
L’obiettivo dell’Unione Europea era quello di trovare un accordo con gli Stati Uniti per attivare quella Digital Tax che, di fatto, colpirebbe soprattutto le multinazionali americane come Apple, Google e Amazon. Gli Stati Uniti si sono però ritirati dai negoziati.
Nonostante questa decisione, l’UE spera ancora di poter raggiungere un accordo globale, ma in caso contrario attuerà comunque i piani fiscali dell’OCSE previsti per tassare i servizi digitali delle multinazionali tech.
“Mi rammarico molto per la mossa degli Stati Uniti di frenare i colloqui internazionali sulla tassazione dell’economia digitale“, ha affermato il Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni. “Spero che questa sia una battuta d’arresto temporanea piuttosto che una fermata definitiva“.
“La Commissione europea desidera una soluzione globale per introdurre la tassazione delle società nel 21 secolo“, continua Gentiloni. “E crediamo che l’approccio dell’OCSE sia quello giusto. Ma se ciò si rivelasse impossibile quest’anno, siamo stati chiari sul fatto che presenteremo una nuova proposta a livello di UE”.
In precedenza, anche la Francia aveva rinviato il proprio piano fiscale mentre proseguivano i negoziati globali. Nel febbraio 2020, il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha dichiarato che, se i piani globali fallissero, le singole nazioni attuerebbero le proprie soluzioni di Digital Tax.
Tale tassazione digitale inciderebbe principalmente sulle società statunitensi come Apple, Google, Facebook e Amazon. Al momento non ci sono dettagli sul tipo di tassazione.