Apple e altre aziende tech hanno inviato i documenti richiesti dal Comitato Giudiziario USA

Apple, Facebook, Amazon e Google hanno inviato alcuni dati per rispondere alle richieste del comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti.

Apple e altri tre giganti tech degli Stati Uniti hanno iniziato a fornire i dati richiesti dal Comitato Giudiziario della Camera dei rappresentati, che sta indagando su possibili reati antitrust.

comitato giudiziario usa

Insieme ad Apple, anche FacebookAmazon e Google hanno iniziato a inviare questi dati, anche se nessuna delle quattro aziende ha soddisfatto tutte le richieste del Comitato. La notizia è stata condivisa dallo stesso Comitato Giudiziario, che da alcuni mesi ha avviato un’indagine su potenziali violazioni delle leggi antitrust da parte delle quattro aziende citate.

L’inchiesta mira a determinare se le aziende utilizzano illegalmente il loro considerevole peso nel mercato online per colpire i rivali o infrangere la legge sulla concorrenza.

Abbiamo ricevuto osservazioni iniziali da Alphabet, Amazon, Apple e Facebook nell’ambito della nostra indagine. Sebbene non disponiamo ancora di tutte le informazioni richieste, prevediamo che tutte e quattro le società forniranno le informazioni in breve tempo“, hanno dichiarato i responsabili del comitato in una dichiarazione congiunta.

L’indagine del Comitato Giudiziario della Camera degli Stati Uniti sta cercando qualsiasi documento o comunicazione che coinvolga i dirigenti Apple sui seguenti argomenti:

  • La decisione di Apple di rimuovere dall’App Store o imporre restrizioni su determinate app dedicate al controllo parentale, come Freedom, Kidslox, Mobicip, OurPact e Qustodio (ne abbiamo parlato qui);
  • L’algoritmo utilizzato da Apple su App Store per determinare le classifiche nei risultati di ricerca (di recente, Apple ha modificato proprio questo aspetto per “penalizzare” le sue app);
  • Le politiche di Apple circa il meccanismo di acquisto in-app su App Store e la suddivisione delle entrate;
  • Le politiche di Apple in merito ai divieti per le app di includere collegamenti a sistemi di pagamento esterni per gli acquisti in-app (su questo punto, Apple è stata denunciata anche da Spotify);
  • Le politiche di Apple in merito alla possibilità per gli utenti di impostare app non Apple come predefinite, ad esempio per il browser Web, l’ascolto di musica o la gestione della posta elettronica;
  • Le politiche di Apple in merito alla possibilità di autorizzare qualsiasi app store di terze parti oltre l’App Store su iPhone;
  • Le decisioni di Apple di prendere funzioni di app terze come Clue, Duet Display e SwiftKey per integrare funzioni simili su iOS;
  • Le politiche di Apple in merito al fatto che i browser Web di terze parti debbano utilizzare un motore di rendering specifico come WebKit;
  • Le restrizioni di Apple sulla riparazione dei dispositivi da parte di terze parti
  • La decisione di Apple di offrire sostituzioni scontate della batteria dell’iPhone per tutto il 2018 e gli effetti effettivi o previsti di questa decisione, incluso qualsiasi effetto sulle vendite di iPhone
  • La decisione di Apple di introdurre il nuovo programma di riparazione indipendente;
  • L’accordo con Amazon per vendere prodotti Apple sull’e-store e limitare i rivenditori non autorizzati su Amazon

Da parte sua, Apple ha sottolineato più volte le enormi entrate generate dall’App Store per gli sviluppatori di tutto il mondo e tutti i servizi che fornisce agli sviluppatori dall’hosting al marketing. Raggiungere qualsiasi tipo di conclusioni su ciò che è e non è ragionevole non sarà semplice.

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