Apple sempre più “in-house”: cosa cambierà dopo l’acquisto della divisione modem mobile di Intel?

La notizia della settimana è stata l’acquisizione da parte di Apple del reparto modem mobile di Intel per 1 miliardo di dollari. Questo passaggio era nell’aria da diversi mesi, ma ora sappiamo con certezza che Apple vuole realizzare in-house i chip modem per i futuri iPhone. Cosa cambierà nell’immediato?

L’acquisizione si concluderà  nel corso del quarto trimestre 2019, con Apple che porta a casa 17.000 brevetti e quasi 2.200 dipendenti Intel altamente qualificati e specializzati nella progettazione di modem per smartphone. Intel continuerà a produrre i chip modem per PC e altri dispositivi non mobile.

A conti fatti, si tratta della seconda più grande acquisizione nella storia di Apple, dopo quella di Beats avvenuta nel 2014 per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari.

In ogni caso, quasi “spiccioli” vista la potenza finanziaria dell’azienda, ma l’acquisizione del reparto modem mobile di Intel avrà però delle ripercussioni importantissime sul futuro degli iPhone.

Alcuni analisti ritengono che Intel abbia letteralmente svenduto la sua unità modem mobile, ormai considerata una vera e propria spina sul fianco. Fino a qualche mese fa si parlava di “miliardi di dollari”, e ora Apple ha concluso l’affare per molto meno. Uno dei motivi di questa “svendita” sarebbe legata al fatto che Intel sta e perdendo circa 800 milioni di dollari all’anno proprio a causa del business modem mobile, viste le tante difficoltà nel progettare soluzioni 5G.

Quello dei chip modem integrati sugli smartphone è sempre stato un problema anche per Apple, soprattutto in termini di quantità e ordinativi. Ad esempio, alcuni iPhone X montavano chip Qualcomm e altri invece utilizzavano chip Intel, con tanto di piccole differenze prestazionali tra i due modelli, proprio perché nessuna delle due aziende riusciva a garantire le richieste di Apple.

Proprio in quel periodo, la battaglia legale tra Apple e Qualcomm è entrata nel vivo con accuse pesanti dall’una e dall’altra parte, tanto che l’azienda di Cupertino ha scelto Intel come fornitore esclusivo dei chip modem a partire dal 2018. La situazione tra Apple e Qualcomm si è risolta alcuni mesi fa con un accordo extragiudiziale e con un contratto di fornitura che durerà 6 anni con opzione per altri 2.

Il motivo di questo accordo era legato soprattutto a un problema che Intel non era capace di risolvere in tempi brevi: la produzione di chip 5G per smartphone. Lo diffusione delle reti 5G prosegue sempre più velocemente in tutto il mondo e Apple sa che, entro il 2020, gli iPhone dovranno supportare questo tipo di connessione per evitare di rimanere troppo indietro rispetto alla concorrenza. Intel ha provato a realizzare un chip 5G, ma i risultati non erano soddisfacenti e i tempi rischiavano di prolungarsi ancora di uno o due anni rispetto alla data prevista. Qualcomm, invece, sta già fornendo i primi modem 5G ai propri partner Android ed è già pronta per soddisfare le richieste degli iPhone 2020.

Nel frattempo, però, Apple ha sempre detto che uno degli obiettivi è quello di creare in-house i componenti chiave degli iPhone. Proprio come successo con i processori Ax, l’azienda vuole fare altrettanto con i chip modem e, per velocizzare il processo, ha deciso di seguire la strada più veloce: acquisire.

Con 17.000 brevetti e oltre 2.000 ingegneri specializzati, sarà molto più semplice e veloce produrre internamente i chip modem 5G da integrare sui futuri iPhone. Apple ha ben 6 anni (+ 2) di tempo per portare a termine questo lavoro, visto che nel frattempo ci penserà Qualcomm a garantirne la fornitura.

Ora ci si chiede se i 6 anni previsti dall’accordo sono stati scelti da Apple proprio in vista del lancio del suo primo chip modem. Si tratta di un tempo molto lungo (6 anni fa di questi tempi usavamo ancora l’iPhone 5), ma forse necessario per realizzare un chip modem degno di Apple e capace di funzionare perfettamente. Si tratta infatti di un componente molto delicato, dal quale dipendono la qualità delle chiamate e la velocità di connessione degli iPhone. Un componente particolare, visto che, a differenza dei processori, deve interfacciarsi anche con strutture esterne e di terze parti come le antenne dei vari operatori e deve rispettare moltissimi protocolli di sicurezza.

Ovviamente, visto che stiamo parlando di ben 6 anni, è probabile che Apple abbia in programma di realizzare un chip molto avanzato, magari  con un occhio al 2030 quando dovrebbe esordire il 6G su scala mondiale. Non è escluso, però che, a prescindere dall’accordo con Qualcomm, Apple possa pagare una penale e lanciare il suo primo iPhone con chip modem in-house prima dei 6 anni. In realtà, l’acquisizione di Intel va proprio in questo senso visto che dovrebbe velocizzare di molto lo sviluppo del primo chip modem Apple che, stando ai primi rumor, potrebbe arrivare nel 2022 almeno su alcuni dispositivi.

E allora, Apple potrà avere un maggiore controllo sul proprio iPhone, visto che realizzerà internamente sia i processori che i chip modem. Dopo l’investimento iniziale, inoltre, diminuiranno anche i costi rispetto all’acquisto del componente da aziende terze come Qualcomm. Inoltre, creare un chip modem in-house significa anche poter ottimizzare diversi aspetti come qualità del segnale e consumo energetico.

Apple vuole avere sempre più controllo su ogni componente dei suoi dispositivi e dipendere sempre meno dagli altri. Questo era un passo essenziale, che Apple voleva fare già da tempo.

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