Il nuovo Safari di iOS 12 limiterà il web-tracking di Facebook (e non solo), Tim Cook nega qualsiasi accordo

Per anni, il “raccoglitore di dati” più potente e usato di Facebook è stato il pulsante “Mi piace”. Qualsiasi sito che vuole portare traffico sulla propria pagina Facebook ne ha bisogno, il che significa che tali tasti sono praticamente ovunque. E per funzionare correttamente, il pulsante ha bisogno di accedere al tuo account. Tradotto, ha bisogno di sapere chi sei. E anche se non fai clic, Facebook registra comunque il caricamento del tasto e ottiene una mappa completa di ogni sito che lo integra. Con i nuovi macOS Mojave e iOS 12, Safari limiterà di molto questa funzione. Intanto, Tim Cook ha negato l’esistenza di un accordo con Facebook per condividere i dati degli utenti.

Nel nuovo Safari, il sistema antitracking intelligente migliorato impedisce che i pulsanti “Like” o “Condividi” e i widget per commentare sui social network tengano traccia delle attività degli utenti senza il loro permesso.

Inoltre Safari ora fornisce informazioni di sistema semplificate durante la navigazione degli utenti per evitare che le loro attività vengano tracciate in base alla configurazione del sistema.

Come spiegato da Craig Federighi durante il keynote: “Abbiamo studiato tutti questi pulsanti di condivisione. Beh, si scopre che questi possono essere usati per rintracciarti, sia che tu li clicchi, sia che tu non lo faccia. Quindi quest’anno abbiamo pensato di bloccarli“.

Quando si cliccherà sul tasto “Mi piace” o “Condividi”, su Safari apparirà un pop-up che chiede all’utente se vuole autorizzare la condivisione dei propri dati: “Vuoi consentire a Facebook di usare i cookie?“.

Se anche gli altri browser prenderanno la stessa strada, per Facebook potrebbe essere davvero difficile sfruttare al meglio i tasti di condivisione presenti su siti terzi.

Ancora una volta, Apple gioca a suo vantaggio la carta della pubblicità, visto che è rimasta una delle poche aziende di grandi dimensioni a non basare il proprio business su annunci mirati da mostrare agli utenti. I dati raccolti dai vari pulsanti “Mi piace” e “Condividi” si traducono in dollari per Google e Facebook, grazie proprio alle campagne pubblicitarie mirate. In pratica, se Facebook non sa che hai visitato il negozio online di Timberland, non può offrirti pubblicità sulle Timberland quando torni sul social network o visiti altre pagine che utilizzano i suoi cookie. E questo si traduce in un minor valore degli spazi pubblicitari venduti dalla piattaforma.

Il nuovo Safari sarà però pieno di pop-up di conferma e questo potrebbe limitarne l’esperienza d’uso soprattutto se rende difficoltosa la navigazione su social network comunque utilizzati come Facebook.

In un’intervista rilasciata poche ore fa, Tim Cook ha affermato che Apple non ha mai preso dati personali in seguito ad un accordo con Facebook, come invece scritto dal NYT nella giornata di ieri:

Le cose menzionate nell’articolo del Times sulla partnership tra Apple e Facebook e sulla condivisione dei dati sono del tutto estranee alla realtà dei fatti. Noi abbiamo richiesto e ricevuto zero dati relativi agli utenti di Facebook e non esiste alcun accordo di questo tipo.

Semplicemente, quello che abbiamo fatto è stato integrare all’interno dei nostri sistemi operativi la possibilità di condividere contenuti su Facebook. E lo abbiamo fatto per rendere più semplice condividere una foto su Facebook, senza dover aprire la piattaforma.  Si trattava solo di una comodità per l’utente e non siamo mai entrato nel settore e nel mercato dei dati.

Al termine dell’intervista, Cook ha parlato anche dell’importanza della salute digitale e di come Apple stia lavorando sempre di più in questo settore. E ha ammesso che con iOS 12 ha scoperto di stare troppo attaccato al suo iPhone: “Quando ho iniziato a guardare i dati presenti in iOS 12, ho scoperto che stavo usando il telefono più tempo del dovuto. Ho anche scoperto che il numero di notifiche che stavo ricevendo non aveva più senso”.

Infine, il CEO di Apple ha smentito qualsiasi coinvolgimento politico ora e in futuro: “Non sono fatto per la politica dietro le quinte, penso che so fare bene il lavoro che faccio adesso e voglio continuare a farlo“.

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