Come la Brexit influirà su Apple nei prossimi anni

Su questo blog non discuteremo di Brexit, di politica e di possibili conseguenze economiche dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Non è questo il nostro compito e in rete si trovano tantissimi approfondimenti su questo argomento, interessanti e ben realizzati. Un punto da chiarire in questa sede, seppur di rilevanza minore, è quali saranno le conseguenze per Apple della Brexit.

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Il referendum del 23 giugno ha stabilito che la maggioranza dei britannici vuole uscire dall’UE e, nei prossimi 24-36 mesi la decisione sarà ratificata in modo definitivo. La prima conseguenza immediata è stato il deprezzamento della Sterlina, seguito da quello dell’Euro. Come era prevedibile, tutti i mercati sono in uno stato di shock, ma le vere conseguenze si capiranno soltanto nel medio e lungo periodo.

E in casa Apple, cosa succederà?

La notizia ha contribuito a far calare il valore delle azioni Apple del 2,8%, anche se gli analisti si aspettavano un risultato ancora più negativo considerando il fatto che il Nasdaq ha perso oltre il 4%, e che aziende come Amazon, Microsoft e Google hanno perso oltre il 3%.

La sterlina sta perdendo quota nei confronti del dollaro americano e ora si attesta sugli 1.37$, valore più basso degli ultimi 30 anni. Anche l’euro è sceso nei confronti del dollaro americano, ma in maniera molto meno evidente. I tassi di cambio hanno però un valore molto importante per Apple, visto che incidono in maniera considerevole nel fissare i prezzi dei vari prodotti: l’indebolimento di qualsiasi valuta estera nei confronti del dollaro è generalmente un problema per l’azienda.

Conseguenze meno immediate potrebbero aversi a causa dell’incertezza di tutti i mercati coinvolti in Europa, visto che mai prima d’ora un paese aveva lasciato l’UE. Insomma, al momento non è facile prevedere quali cambiamenti ci saranno in futuro, anche a livello commerciale e di valuta.

Di sicuro, le aziende che operano nel Regno Unito dovranno affrontare una serie fino ad ora sconosciuta di nuovi accordi commerciali e di altri cambiamenti delle regole, in primis perchè cambierà il modo di assumere cittadini dell’UE, dall’altro perchè sarà probabilmente più complesso vendere prodotti in Europa. Ci potrebbe però essere anche un vantaggio nelle esportazioni, visto che le imprese locali potranno vendere i prodotti con un tasso di cambio favorevole.

La ARM Holdings, società che si occupa della produzione del silicio utilizzato da Apple per i suoi processori Ax, al momento non ha avuto tentennamenti in borsa, soprattutto perchè molti dei suoi clienti non sono europei e le entrate sono per lo più in dollari.

C’è poi da considerare il fatto che l’uscita dall’UE non sarà immediata e richiederà diverso tempo; questo permetterà al governo britannico di prendere le misure necessarie per non far pesare questa uscita alle aziende locali, e permettere allo stesso tempo rapporti commerciali snelli e veloci con le realtà UE ed extra-UE.

Tornando ad Apple, la sede primaria in Europa è stata fissata a Cork in Irlanda, ma l’azienda ha uffici in tutto il Regno Unito come quelli amministrativi e un centro R&D a Cambridge, realizzato dopo l’acquisizione della VocalIQ avvenuta l’anno scorso. Gli ex-dipendenti della VocalIQ specializzati in mappatura ora lavorano per Apple, ma i loro uffici sono rimasti proprio quelli di Cambridge. E’ lì che Apple ha affidato i tanti miglioramenti che saranno implementati in Mappe, soprattutto in relazione a Siri e ad altre funzioni avanzate. Con la Brexit, il problema maggiore potrebbe riguardare le assunzioni di personale qualificato da far lavorare in questi uffici, anche se l’impatto si avrà soltanto tra qualche mese.

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Apple ha anche 39 store nel Regno Unito, paese dove le vendite degli iPhone sono state sempre tra le più alte in Europa. La Brexit potrebbe però diminuire il potere d’acquisto dei cittadini, far aumentare i prezzi dei prodotti Apple e far quindi diminuire le vendite generali.

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Allo stesso tempo, la sterlina più debole potrebbe rendere più vantaggioso per Apple assumere dipendenti nel paese e creare nuovi uffici e negozi al dettaglio. Apple potrebbe poi approfittare di questa incertezza nei mercati per offrire nuovi bond in UK, aumentando la sua leva sul debito da utilizzare per finanziare gli investimenti negli Stati Uniti, i pagamenti dei dividendi e il riacquisto delle proprie azioni.

Tra l’altro, a livello economico Apple opera già in paesi europei che non fanno parte dell’Unione, come ad esempio la Svizzera e la Norvegia, quindi si tratta di un terreno non proprio sconosciuto per l’azienda. Lato Euro, se la crisi sarà forte, il problema di Apple, come di tutte le aziende, potrebbe essere quello di un minore potere di acquisto di tutti i cittadini, ma qui si tratta solo di ipotesi, essendo i tempi troppo prematuri.

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