Il Wall Street Journal critica giudice e supervisore nella causa contro Apple sugli eBooks

Il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in cui critica il giudice ed il supervisore speciale nella disputa contro Apple sul prezzo degli eBooks.

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Nella giornata di ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo contro la candidatura di Michael Bromwhich da parte del giudice Cote come supervisore anti-trust nella disputa contro Apple sul prezzo degli eBooks. Secondo il WSJ, infatti, Bromwich ha iniziato ad investigare Apple, portando avanti tale indagine senza alcuna autorizzazione, durante il mese di ottobre del 2013 nonostante la compagnia avesse fino al gennaio del 2014 per sistemare i propri affari e rispettare le disposizioni del giudice. Oltre a questo, Bromwich si sarebbe addirittura lamentato quando gli venne negata la possibilità di intervistare in modo immediato i principali dirigenti di Apple, tra cui Tim Cook e Jony Ive.

Successivamente Bromwich avrebbe deciso in modo del tutto autonomo, superando i limiti del suo ruolo come supervisore, recandosi presso Apple e tentando di di indagare la compagnia di Cupertino tre mesi prima del suo arrivo ufficiale. Il giudice Cote sembrerebbe inoltre aver depositato una proposta per fornire a Bromwich ancor più poteri, con la richiesta di poter incontrare Bromwich mensilmente e svolgere incontri privati senza la presenza di un rappresentante di Apple.

Tali comportamenti violerebbero di fatto l’articolo III della costituzione statunitense. I giudici non dovrebbero essere in grado di scegliere i propri agenti per assicurarsi che venga applicata la legge, essendo questo un compito concesso soltanto al ramo esecutivo. Bromwich ha di fatto violato le mansioni di sua competenza, scegliendo infatti di indagare Apple partendo da zero senza monitorare semplicemente se la compagnia rispettasse o meno i termini del verdetto del tribunale. Il giudice Cote ha successivamente ritirato la propria proposta in merito agli incontri privati con Bromwich, concedendogli tuttavia poteri sempre maggiori.

Sembra che in questo caso il giudice ed il tribunale abbiano superato le competenze concesse al proprio ruolo nella disputa. Apple, infatti, non può essere oggetto di una nuova indagine per qualcosa in cui è già stata condannata, ma deve soltanto essere monitorata per assicurarsi che non ripeta le violazioni commesse in passato.

Fonte: PadGadget

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