Barack Obama: “Bisogna trovare il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza nazionale”

Durante un intervento alla SXSW, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha parlato di nuove tecnologie e ha commentato indirettamente la vicenda che vede protagonisti Apple e l’FBI.

US President Barack Obama (R) speaks during a South by Southwest Interactive at the Long Center for Performing Arts in Austin, Texas on March 11, 2016. / AFP / MANDEL NGAN (Photo credit should read MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)

Obama ha affermato che la comunità tecnologica deve muoversi per trovare un modo migliore per assistere le forze dell’ordine nelle indagini, altrimenti il Congresso potrebbe essere costretto a ricorrere ad interventi più drastici, che potrebbero peggiorare la posizione delle aziende tecnologiche in materia.

Quello che accadrà è che, se tutti rimangono ai loro rispettivi angoli, e con la comunità tech che dice ‘o abbiamo una crittografia perfetta o il Grande Fratello in un mondo orwelliano’, ciò che troverete sarà qualcosa di veramente brutto, visto che la vicenda andrà in mano al Congresso e alla politica, con ripercussioni che potrebbero essere molto più drastiche rispetto ad una soluzione condivisa con le stesse aziende di tecnologia.

Il presidente degli Stati Uniti ha evitato di commentare specificamente la controversia tra Apple e l’FBI, ma la sua posizione è chiara:

Non si può avere una visione assolutista in questa vicenda. Se il tuo argomento è che la crittografia da te creata è così forte che non importa quali siano le ripercussioni, ma tu non puoi fare nulla per aiutare le forze dell’ordine, allora viene meno tutto quell’equilibrio tra privacy e sicurezza che abbiamo creato in anni di storia. Il telefono non può essere un feticcio da porre sopra ogni altro valore. Questa non è la risposta giusta. Io credo che la soluzione sia creare un sistema di crittografia più forte possibile, con una chiave al più sicuro possibile, raggiungibile solo in casi estremi e in questioni che riteniamo importanti per la sicurezza nazionale. L’FBI non deve avere il potere di entrare nei dispositivi elettronici dei cittadini, se non per ragioni importanti e dettati dalla sicurezza nazionale.

Obama si rende anche conto che la vicenda NSA-Snowden ha reso gli americani molto scettici sulle intenzioni del governo quando si tratta di dati personali e digitali. Per questo motivo, il presidente ritiene che bisogna creare dei controlli avanzati anche sugli enti governativi, bilanciando privacy e sicurezza.

E ancora:

Tutti noi diamo importanza alla privacy, e siamo in una società che si basa sulla Costituzione e sulla Carta dei diritti per salvaguardare tutti i cittadini. Prima degli smartphone, quando accadeva un fatto grave come il rapimento di un bambino o un atto terroristico, nessuno si scandalizzava se la polizia perquisiva la casa degli indagati, entrando finanche nei posti più privati come la camera da letto e mettendo le mani tra i cassetti della biancheria intima per trovare la minima prova.

Ovviamente, tutto questo deve essere regolamentato in una società che fa delle libertà individuali il suo punto cardine. La tecnologia si sta evolvendo, per questo sono sicuro che può essere trovata una soluzione che non metta a repentaglio la sicurezza di tutti gli smartphone in giro per il mondo. Dobbiamo chiederci come poter consentire alle forze dell’ordine di indagare su uno smartphone, per casi estremi come quelli terroristici o di pedofilia, senza mettere a repentaglio la sicurezza dei bravi cittadini. Se però non troviamo una via di mezzo, i criminali sapranno che nei loro smartphone è possibile custodire qualsiasi segreto senza alcun tipo di rischio.

Certo, possono esserci dei pericoli se viene creata una backdoor, per questo bisogna sedersi ad un tavolo e trovare un equilibrio tra le esigenze di tutti. Ma chiudere le porte ad ogni trattativa è pericoloso. Le parti in causa sono tutte di altissimo profilo e le aziende sono formate da persone intelligenti, per questo sono molto fiducioso. Troviamo una soluzione razionale. Se nella vita reale è possibile giustificare l’intrusione delle forze dell’ordine in casi estremi, lo stesso deve essere fatto nella vita digitale.

In pratica, Obama non si sbottona troppo: usa termini forti contro le aziende tecnologiche nel caso non vogliano collaborare, ma ammette che una backdoor sarebbe pericolosa.

Sulla vicenda sono arrivati anche i commenti dell’ex direttore della CIA James Woolsey, il quale afferma che Apple ha assolutamente ragione inc questa vicenda, visto che l’FBI sta cavalcando l’onda emozionale degli attacchi terroristici per convincere l’opinione pubblica ad accettare qualcosa di veramente pericoloso. Chiedere ad un’azienda di abbassare i sistemi di sicurezza dei propri dispositivi è assurdo anche per Woolsey.

La vicenda ha anche dei connotati curiosi. Ricordate le dichiarazioni di Donald Trump sul fatto che bisogna boicottare i prodotti Apple fino a quando l’azienda non inizierà ad aiutare il governo nella vicenda Sen Bernardino? Bene, il candidato repubblicano continua a postare affermazioni di questo tipo sui social utilizzando… un iPhone!

Donald-Trump-tweet
Ricordiamo che questa vicenda è iniziata quando l’FBI ha chiesto ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c di uno dei terroristi della strage di San Bernardino, ma l’azienda ha risposto che da iOS 8 in poi è impossibile effettuare questa operazione. Il governo e l’FBI hanno quindi chiesto di installare una backdoor su iOS, ma per Apple un’operazione di questo tipo consentirebbe a qualsiasi criminale informatico di accedere a questa “chiave universale” e di controllare i dati sensibili memorizzati su qualsiasi iPhone sparso per il mondo. Tra l’altro, Apple avrebbe potuto fornire il backup aggiornato di questo iPhone, se solo l’FBI non avesse chiesto al datore di lavoro dell’imputato di cambiare la password dell’ID Apple (l’iPhone 5c, infatti, era dell’azienda ed era stato fornito in uso al proprio dipendente).

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