Le nuove royalties di Apple Music Spatial Audio faranno guadagnare di meno le etichette indipendenti

Le etichette indipendenti non hanno apprezzato le nuove royalties per gli artisti che utilizzano l'audio spaziale su Apple Music.

apple music 2022

Con la decisione di aumentare le royalties per gli artisti che usano l’audio spaziale nei loro brani, Apple Music ha abbassato le commissioni per altri brani.

Quando Apple Music ha dichiarato che avrebbe pagato il 10% in più in royalties sull’audio spaziale, in tanti si sono chiesti se questo significasse che tutti gli altri sarebbero stati pagati di meno.

Questo sembra essere confermato da un nuovo rapporto, secondo il quale Apple non sta aumentando il pagamento totale delle royalty, ma piuttosto lo sta riallocando.

Apple pagherà fino al 10% in più
per la riproduzione dei brani in cui è disponibile una versione spaziale. Tutto inizierà con i pagamenti di gennaio. Fondamentalmente, gli utenti di Apple Music non devono necessariamente ascoltare il brano in Spatial Audio affinché l’artista venga ricompensato con il bonus.

La metrica viene calcolata in base alla proporzione tra riproduzioni spaziali e non spaziali disponibili. Pertanto, se un artista offre tutta la sua musica in modalità spaziale (ovvero utilizzando il mastering Dolby Atmos), vedrà il bonus royalty del 10% anche se nessuno ha effettivamente ascoltato la versione in audio spaziale.

Ma un rapporto del Financial Times afferma che il pagamento totale delle royalty rimane invariato, quindi il 10% in più per le tracce Spatial Audio va a scapito di altri musicisti. Di conseguenza, le canzoni che non sono “spaziali” riceveranno meno soldi.

Le etichette indipendenti affermano che le nuove politiche di Apple Music avvantaggeranno le grandi etichette – che possono permettersi le spese di produzione aggiuntive – a scapito di quelle indipendenti, che non possono.

apple music audio spazial

Il Beggars Group, con sede a Londra, afferma che i costi di conversione dei brani esistenti in Spatial Audio è di circa 20.000 dollari per album, e moltiplicando questa cifra per il suo catalogo di 3.000 album si arriverebbe a più di 30 milioni di dollari.

Le etichette più piccole che si oppongono a questa scelta includono quelle che rappresentano alcuni grandi artisti, tra cui Adele, Bon Iver, Ezra Collective, Phoebe Bridgers e Vampire Weekend.

Tra l’altro, c’è chi tra le etichette non apprezza la tecnologia audio spaziale: “Forzare un mix spaziale è l’equivalente di appendere una versione digitale 3D della Gioconda e aspettarsi che i clienti del Louvre la preferiscano”.

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