Il primo iPhone ha cambiato la cultura di Apple

Si torna a parlare del primo iPhone con una serie di aneddoti molto interessanti.

Joanna Stern del Wall Street Journal ha continuato a intervistare ex e attuali dirigenti Apple sul rilascio del primo iPhone, sui primi giorni dell’App Store e altro ancora per celebrare i 15 anni dallo storico smartphone dell’azienda.

primo iphone 2g

Una delle cose più interessanti che emerge dalle nuove interviste è il modo in cui il primo iPhone ha cambiato la cultura di Apple, poiché i dipendenti non potevano più fare a meno di utilizzarlo durante le riunioni.

La cultura è cambiata all’interno di Apple quando siamo stati in grado di essere sempre attivi e di inviare messaggi e controllare sempre le cose sull’iPhone“, ha affermato Tony Fadell, ex vicepresidente senior di Apple.  “Avevamo intuito le potenzialità di quello smartphone, ma non avevamo idea che sarebbe diventato subito essenziale per gestire il lavoro quotidiano“.

A un anno dal lancio del primo iPhone, Apple rilasciò l’App Store. Greg Joswiak, vicepresidente senior marketing di Apple, pensava che sarebbe stato un grande successo se sullo store fossero arrivate 50 app nelle prime settimane. I numeri sono stati decisamente migliori, con 500 app al lancio e una media di 25.000 nuove app a settimana pochi mesi dopo l’avvio dell’App Store.

Un altro aneddoto riguarda gli acquisti in-app. Phillip Shoemaker, che ha supervisionato il processo di revisione delle app, rha raccontato di come sua figlia spese 450 dollari per un gioco dei Puffi.

Shoemaker ha assistito in prima persona a un’amara sorpresa, ma a casa, non al lavoro. Sua figlia di 5 anni, Mylie, si è appassionata a un gioco chiamato “Villaggio dei Puffi”. Ci ha giocato per settimane e settimane. Un giorno, Shoemaker ricevette una fattura della carta di credito che mostrava il pagamento di oltre 450 dollari ad Apple, il suo stesso datore di lavoro. Per quale motivo? Acquisti in-app nel gioco dei Puffi.

Questa storia, combinata con i reclami dei clienti sui costi nascosti degli acquisti in-app, ha spinto il team a creare la “Regola Mylie”, che richiedeva un’ulteriore due diligence sulle app per bambini. Questo ha portato a un aggiornamento di iOS che richiedeva una password per acquistare qualsiasi cosa all’interno di un’app.

Nelle interviste si parla anche dell’aggiunta della fotocamera frontale su iPhone 4, che contribuì decisamente a rendere celebri i selfie.

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