Il Congresso degli Stati Uniti valuta tre strade per limitare il potere delle Big Tech

Sul tavolo del Congresso USA arrivano varie proposte per limitare il potere di Apple e di altre aziende tech.

Il sottocomitato antitrust della Camera degli Stati Uniti si è riunito nella giornata di ieri per ascoltare vari esperti e considerare le proposte legislative per “affrontare l’ascesa e l’abuso del potere di mercato delle piattaforme online“.

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Quella di giovedì è stata solo la prima di una serie di udienze che si basano su un’indagine bipartisan condotta dal sottocomitato antitrust della Camera degli Stati Uniti. A differenza della prima fase, adesso i legislatori si stanno concentrando su nuovi regolamenti e norme da applicare eventualmente in futuro.  “Questo problema è un cancro nella nostra economia e nel nostro paese. Il cambiamento sta arrivando. Le leggi stanno arrivando“, ha detto il repubblicano David Cicilline, presidente del sottocomitato.

Al momento non sono state fatte modifiche o proposte specifiche al regolamento, ma la sottocommissione ha definito tre aree generali in cui il Congresso potrebbe agire:

  • Portabilità dei dati: la possibilità per gli utenti di trasferire facilmente i propri dati su altre piattaforme
  • Nessuna discriminazione: impedire alle aziende di mettere in risalto i propri prodotti e sistemi rispetto ad altri.
  • Rimedi strutturali: dividere le grandi aziende tecnologiche in base a linee di business o piattaforme.

Le prime due aree non rappresentano una grave minaccia per le aziende Big Tech, mentre per il Comitato la separazione strutturale sembra essere “l’unico modo per risolvere adeguatamente i problemi antitrust nel settore della tecnologia“.

Al momento sono previste altre due udienze per la sottocommissione antitrust, poi verranno presentate le prime proposte legislative. Le votazioni finali e l’applicazione di queste nuove leggi potrebbero richiedere ancora molto tempo.

L’indagine sulle aziende Big Tech negli Stati Uniti riguarda diversi settori antitrust e prende di mira soprattutto Apple, Facebook, Amazon e Google. Per quanto riguarda Apple, nel mirino ci sono l’App Store e il 30% di commissione richiesto a tutti gli sviluppatori.

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