Apple rischia di dover affrontare una nuova azione legale per pratiche anticoncorrenziali su App Store. Questa volta, la denuncia è stata presentata da diversi sviluppatori iOS negli Stati Uniti.

La class action è stata presentata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti in California e riguarda le presunte pratiche antinconcorrenziali adottate da Apple su App Store. In pratica, gli sviluppatori ritengono che avere un solo app store per i dispositivi iOS si prefigura come comportamento monopolistico, dato che Apple non dà agli utenti alcuna alternativa. La denuncia è quindi molto simile a quella presentata da utenti iOS alcuni mesi fa, il cui processo è atteso a breve.
I querelanti fanno leva sul fatto che Apple applica da 11 anni un tasso di commissione del 30% su tutte le vendite delle app e degli acquisti in-app su dispositivi iOS. Inoltre, gli sviluppatori fanno presente che Apple obbliga gli sviluppatori a pagare un abbonamento annuale da 99$ per poter pubblicare applicazioni su App Store:
Non solo Apple impone agli sviluppatori di vendere i loro prodotti solo attraverso l’App Store, ma fa anche pagare una tassa annuale pari a 99$. Si tratta di qualcosa di particolarmente dannoso soprattutto per gli sviluppatori più piccoli o per chi si affaccia per la prima volta in questo mercato. Mettere tutte le app iOS in un unico store significa che i consumatori non riusciranno mai a scoprire la maggior parte delle app, soffocate dalla concorrenza. Secondo la stessa Apple, nel 2018 erano presenti su App Store più di 2 miliardi di app.
Nella denuncia viene chiesto ad Apple di porre fine al suo monopolio “abusivo” e di consentire l’apertura di store alternativi per la distribuzione delle applicazioni iOS.