Apple non è colpevole per l’incidente mortale “causato” da FaceTime

Un tribunale della California ha stabilito che Apple non può essere considerata colpevole del tragico incidente stradale avvenuto nel 2014, quando il conducente di un’auto si distrasse perché stava effettuando una videochiamata tramite FaceTime.

Nel 2014, Garrett Wilhelm stava effettuando una videochiamata FaceTime mentre era al volante della sua auto. Distratto dalla chiamata, l’uomo finì ad alta velocità contro un’altra vettura provocando la tragica morte della giovane Maria Modisette, che era seduta a fianco a lui sul sedile passeggero.

La famiglia della ragazza fece causa ad Apple, perché l’iPhone non includeva una tecnologia in grado di rilevare i movimenti di un’auto e di bloccare alcune funzioni come FaceTime durante la guida. Gli avvocati della famiglia portarono come prova un brevetto Apple del 2008 (6 anni prima dello schianto), in cui si parlava proprio di questa tecnologia. Secondo la famiglia, quindi, si trattava di qualcosa che l’iPhone avrebbe potuto potenzialmente avere per salvare vite umane. La base dell’accusa era proprio questa: l’iPhone 6 era un dispositivo “difettoso” perché non includeva una tecnologia così importante e già sviluppata da Apple.

Nella giornata di ieri, un tribunale della California ha però rigettato nuovamente le accuse della famiglia, affermando che “Apple non deve alla famiglia Modisette alcun dovere di diligenza“. In pratica, l’azienda non è legalmente negligente in questa situazione.

Con iOS 11, Apple ha introdotto la funzione Non Disturbare alla Guida, che si può attivare quando sei in auto per limitare alcune funzionalità del dispositivo ed evitare inutili distrazioni.

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