
Negli ultimi mesi il mercato globale degli smartphone si è trovato ad affrontare un fenomeno che pochi avrebbero previsto con tale intensità: un forte aumento dei costi delle memorie DRAM, componente fondamentale non solo per i telefoni di fascia alta ma per l’intero ecosistema dei dispositivi mobili.
Secondo i dati più recenti elaborati da Counterpoint Research, questo aumento dei prezzi potrebbe avere effetti significativi sulle previsioni di vendita e sulle strategie dei principali produttori nel corso del 2026.
Nel report presentato da Counterpoint, gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime di crescita del mercato smartphone, passando da una precedente previsione di lieve espansione a un calo delle spedizioni globali stimato attorno al 2,1 per cento per il prossimo anno. Questa revisione è il riflesso di un contesto dove la domanda di memoria DRAM è schizzata alle stelle, in gran parte a causa della pressione esercitata dall’industria dell’intelligenza artificiale e dai notevoli quantitativi di memoria richiesti dai server e dalle infrastrutture di calcolo avanzato.
Il paradosso del momento attuale è che, mentre sempre più risorse vengono dirottate verso applicazioni di IA, i chip destinati ai dispositivi consumer, come smartphone, tablet e PC, stanno diventando progressivamente più scarsi e costosi. Alcuni rapporti stimano che i prezzi di DRAM e altri tipi di memoria possano aumentare fino al 20‑30 per cento già nella prima parte del 2026, con ripercussioni dirette sui costi di produzione dei dispositivi.
In questo contesto, secondo l’analista Yang Wang di Counterpoint, Apple e Samsung emergono come i produttori più resilienti. Queste due aziende avrebbero infatti la forza finanziaria, la solidità delle riserve di liquidità e la diversificazione delle catene di approvvigionamento necessarie per gestire un periodo di inflazione dei componenti senza dover applicare tagli drastici alle specifiche hardware o aumentare immediatamente i prezzi al consumatore finale.

Questa capacità di “assorbire” parte dell’aumento dei costi è una forma di difesa competitiva che non tutti i marchi possono permettersi. Mentre Apple e Samsung possono contare su volumi di produzione elevati e su negoziazioni con grandi fornitori, molti produttori di smartphone di fascia bassa e media soprattutto in Cina si trovano ad affrontare margini di profitto molto più ridotti. In quei segmenti i costi della memoria DRAM sono cresciuti anche del 20‑30 per cento rispetto agli inizi del 2025, mettendo sotto pressione i bilanci e, in alcuni casi, costringendo i marchi a rivedere le specifiche oppure a ritardare i lanci dei nuovi modelli.
Analizzando più a fondo il fenomeno, la causa principale di questa dinamica si trova nella struttura globale dell’industria dei semiconduttori e nelle scelte strategiche dei principali produttori di chip. Secondo ricerche di mercato e approfondimenti settoriali, molte delle linee produttive di memoria stanno privilegiando le produzioni di DRAM ad alta prestazione per data center e sistemi di IA, dove i margini sono decisamente più elevati rispetto a quelli dei prodotti consumer. Questo spostamento prioritario nella produzione ha creato una stretta nelle forniture disponibili per dispositivi come smartphone e PC, con conseguente aumento dei prezzi e dei tempi di attesa.
Le conseguenze di una scarsità strutturale di memorie vanno oltre la semplice dinamica del prezzo. Il fatto che componenti cruciali come la RAM e la memoria flash NAND stiano diventando più costose potrebbe spingere molti produttori a modificare le configurazioni hardware dei propri dispositivi, ad esempio riducendo le quantità di memoria nei modelli base o tagliando altre specifiche per rimanere competitivi nel segmento dei prezzi più bassi. In altri casi alcune aziende potrebbero decidere di ritardare l’adozione di tecnologie più avanzate nella speranza che i prezzi si stabilizzino nel corso del 2026.
Per Apple, che negli ultimi anni ha puntato con decisione sulla segmentazione premium del mercato e sulla fedeltà degli utenti verso i suoi prodotti, questa dinamica rappresenta una sfida ma anche una conferma del valore della strategia adottata. Il fatto di possedere riserve di liquidità più ampie rispetto alla concorrenza, insieme a una supply chain ben orchestrata, consente al gruppo di Cupertino di confrontarsi con periodi di volatilità dei prezzi dei componenti senza andare incontro a turbolenze immediate nei listini dei propri dispositivi. Gli analisti ritengono che Apple possa assorbire temporaneamente l’aumento dei costi DRAM senza modificare i prezzi al momento del lancio dei nuovi modelli, una scelta che potrebbe preservare la domanda dei consumatori ma che richiede un’attenta gestione dei margini.
Nel lungo periodo però non può esserci alcuna garanzia che questa strategia sia sostenibile senza alcuni aggiustamenti. Alcuni osservatori del mercato sottolineano che, con la scadenza di alcuni contratti di lungo termine stipulati da Apple con fornitori come Samsung e SK hynix, Cupertino potrebbe trovarsi ad acquistare memoria DRAM a prezzi più elevati nel corso del 2026, rendendo più difficile mantenere costante la pressione sui costi di produzione.
La competizione nel mercato degli smartphone è già da tempo una delle battaglie più accese dell’industria tecnologica, e i risultati del prossimo anno promettono di aggiungere un ulteriore livello di complessità. Da una parte la crescita delle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale continuerà a premere sulla domanda di memorie ad alte prestazioni, dall’altra i produttori dovranno bilanciare innovazione, prezzo e margini per rimanere competitivi. In questo scenario Apple sembra partire con qualche vantaggio in più, ma non è immune a pressioni esterne e variazioni di mercato.
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