Apple: “Avremmo fornito i dati in nostro possesso, ma la password dell’iPhone 5c del terrorista è stata cambiata dall’FBI”

In risposta alla richiesta del Dipartimento di Giustizia che obbliga Apple a sbloccare in qualche modo l’iPhone 5c usato da uno dei terroristi di San Bernardino, alcuni dirigenti dell’azienda fanno sapere che la password dell’Apple ID collegata a quel dispositivo è stata modificata mentre il telefono era nelle mani del governo, bloccando di fatto la possibilità di recuperare i backup di iCloud. Questa notizia potrebbe cambiare la carte in tavola…

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Apple ha dimostrato che il codice di sicurezza dell’Apple ID memorizzato sull’iPhone 5c del terrorista Syed Ryzwan Farook è stato modificato meno di 24 ore dopo il sequestro da parte del governo. Apple afferma che il San Bernardino County Department of Public Health, azienda pubblica proprietaria del telefono posseduto dal dipendente Farook, ha cambiato il codice di accesso ad iCloud su richiesta dell’FBI.

Se il codice di accesso non fosse stato modificato, con l’aiuto di Apple i funzionari dell’FBI avrebbero potuto procurarsi una copia di backup dei dati memorizzati sul telefono stesso e su iCloud. Il backup più recente è stato registrato da Farook sei settimane prima dell’attacco di San Bernardino, ma dopo la modifica della password non è stato più possibile accedervi.

Tra l’altro, Apple fa anche sapere di aver collaborato con i vari enti governativi all’inizio di gennaio per trovare metodi alternativi per recuperare i dati e il backup di questo telefono. Apple ha proposto quattro diverse opzioni per il recupero dei dati, nessuna delle quali prevedeva la realizzazione di una backdoor su iOS. Quando, però, è stato scoperto che la password era stata cambiata, tra l’altro su richiesta dell’FBI, questi metodi proposti non avevano più alcun senso.

Ad esempio, uno dei metodi prevedeva di scaricare un backup di iCloud per poi risalirvi dai server di Apple: dato che iOS effettua automaticamente il backup su iCloud quando il telefono è collegato ad una rete Wi-Fi, gli ingegneri Apple avevano la possibilità di avviare questa operazione e di recuperare quindi un backup aggiornatissimo dell’iPhone 5c incriminato. Gli ingegneri Apple non hanno però potuto portare a termine l’operazione a causa del codice Apple ID aggiornato su richiesta dell’FBI.

Questa notizia può danneggiare seriamente la posizione del governo e dell’FBI. Se Apple sarà in grado di dimostrare in tribunale quanto detto in queste ore, non solo farà capire che ha collaborato con gli enti governativi e che era anche stata trovata una soluzione per recuperare il backup, ma porterà alla luce un grave errore dell’FBI. I dirigenti Apple ci tengono a precisare che hanno sempre rispettato le richieste dei tribunali, consegnando agli inquirenti le informazioni raccolte e memorizzate sui propri server. Creare una backdoor, invece, è tutt’altra cosa e sarebbe un’operazione molto pericolosa per tutti i cittadini.

“Tutto questo si sarebbe potuto evitare se il codice dell’ID Apple associato all’iPhone del terrorista non fosse stato modificato“, fa sapere Apple in una nota ufficiale.

Tra l’altro, è di pochi minuti fa la notizia David Wert, portavoce della contea di San Bernardino, ha confermato che la password iCloud è stata modificata dall’azienda di Farook su richiesta dei funzionari dell’FBI.

La situazione si fa molto spinosa…

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