Dopo 8 mesi, solo l’11% degli smartphone Android monta l’ultima versione Ice Cream Sandwich

Ormai la lotta nel mercato mobile si divide tra due contendenti: iOS da una parte, Android dall’altra. Ogni sistema operativo ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma da sempre uno dei talloni di Achille del sistema Google è dato dalla sua frammentazione e dalla installazione degli aggiornamenti. Secondo i dati comunicati proprio da Google, infatti, solo il 10,9% dei dispositivi Android sono stati aggiornati alla versione più recente del software, la 4.0 Ice Cream Sandwich, a ben 8 mesi dal lancio!

Tale informazione è stata pubblicata da Google e comunicata agli sviluppatori: la gran parte dei dispositivi Android (il 64%) monta ancora il sistema operativo 2.3 Gingerbread. Tali dati servono agli sviluppatori per decidere le priorità di sviluppo delle proprie app e delle relative funzioni, in base agli attuali utilizzi di Android sui singoli dispositivi. Contando che dopo 8 mesi Ice Cream Sandwich è presente solo sul 10,9% dei terminali, è chiaro che gli sviluppatori si concentrano principalmente su funzioni per la maggior parte dei casi collegate direttamente a versioni precedenti di Android. Dal report emerge che addirittura il 17,3% dei dispositivi Android monta la versione 2.2 conosciuta anche come Froyo.

Malgrado l’adozione di Android 4.0 sia ancora limitata, Google punta molto sul nuovo 4.1 Jelly Bean che sarà rilasciato a luglio. Tuttavia, come indicato anche da The Verge, i produttori di smartphone non hanno ancora capito se e quali dispositivi potranno essere aggiornati con l’ultima versione di Android e, anzi, al momento sembra che Jelly Bean venga reso disponibile solo per Nexus Galaxy, Motorola Xoom e Nexus S. In seguito anche altri produttori pubblicheranno un loro elenco di dispositivi compatibili, ma probabilmente la percentuale non sarà mai altissima (Acer, Asus e HTC hanno rifiutato di commentare, Samsung pubblicherà presto un elenco LG sta valutando la situazione).

Il problema degli aggiornamenti Android è dato dal fatto che i produttori di smartphone vogliono sviluppare proprie “skin” per personalizzare l’interfaccia utente e renderla diversa dagli altri. Per questo software e hardware si differenziano di caso in caso e non è sempre facile rendere compatibile un dispositivo con l’ultima versione di Android.

Questo perché le personalizzazioni richiedono tempo e risorse, anche economiche, per questo molti produttori preferiscono non concentrarsi su terminali già usciti (che quindi non verranno mai aggiornati all’ultima versione di Android), e creare tali personalizzazioni solo per i nuovi modelli. Ecco perchè molti smartphone montano ancora Gingerbread, sistema operativo rilasciato alla fine del 2010 (quando su iPhone era installato iOS 4 per capirci).

Apple non ha mai comunicato le percentuali di installazione degli aggiornamenti, ma i vari update sono compatibili con la maggior parte dei dispositivi, seppur con funzioni limitate. Ad esempio, iOS 6 potrà essere installato anche sull’iPhone 3GS uscito nel 2009: malgrado non tutte le novità potranno essere utilizzate, poter aggiornare all’ultimo sistema operativo serve anche per questioni di sicurezza, oltre che per la compatibilità con le nuove applicazioni, per la facilità del lavoro degli sviluppatori e per l’aggiunta di piccole o grandi caratteristiche. Al di là, infatti, di quella e di quell’altra funzione che non sarà disponibile sul 3GS malgrado l’aggiornamento, nessun utente sarà tagliato fuori per un’app magari scritta solo per iOS 6 (come lo saranno da qui in avanti). E non è poco, se consideriamo che questo terminale ha ormai 3 anni, un’eternità nel campo della tecnologia.

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