Apple accusata di concorrenza sleale da un rivenditore francese

Il più grande rivenditore indipendente francese di prodotti Apple ha recentemente denunciato l’azienda californiana, accusandola di aver messo in atto comportamenti sleali al fine di favorire i propri negozi ufficiali ai danni di rivenditori autorizzati.

La denuncia, riportata inizialmente dal giornale Le Figaro e ripresa da ifoAppleStore, segue a dispute legali simili già avvenute in passato rivolte ad Apple da diversi rivenditori negli Stati Uniti ed in altri paesi. Il rivenditore in questione sarebbe eBizcuss, ed il CEO della suddetta azienda, François Prudent, avrebbe riferito una diminuzione di affari pari al 30% attraverso i 16 punti vendita presenti sul territorio francese a causa della presunta mancanza di scorte relative a MacBook e iPad 2, affermando come per l’intero ultimo trimestre dell’anno, eBizcuss non sia riuscito ad ottenere alcun iPhone 4S.

Prudent, primo ad importare i prodotti della Mela, dal 1977 con l’Apple II, avrebbe inoltre aggiunto dichiarazioni relative ai tentativi di Apple di “rubare” clienti ai negozi di sua proprietà e come questa abbia cercato di minare i rapporti contrattuali con altri partner offrendo prezzi minori, quindi più vantaggiosi, di quelli offerti da eBizcuss. Questi comportamenti “sleali” sarebbero stati messi in atto nonostante l’elevata disponibilità di Prudent a rispondere positivamente alle richieste dell’azienda californiana, le cui pretese richiedevano un aggiornamento dei sistemi di vendita come anche una modifica degli spazi interni ai punti vendita così da rispecchiare maggiormente lo stile Apple; richieste fatte anche ai propri partner sul territorio statunitense e localizzati in altri paesi.

I tentativi di sabotaggio, messi in atto con la mancata fornitura di prodotti, afferma Prudent, hanno avuto inizio dall’apertura dei primi Apple Store, in particolare con il Coursel de Luvre a Parigi nel 2009. Il CEO avrebbe speso dal 2007 oltre 6.5 milioni di dollari per migliorare i propri negozi così da mantenere pacifici i rapporti con Apple, senza successo verrebbe da aggiungere.

Una notizia simile tuttavia non può essere considerata una vera e propria novità, in quanto già in passato alcuni rivenditori hanno denunciato Apple per la mancata fornita di prodotti a negozi autorizzati, come anche il mancato rimborso di spese relative alle riparazioni in garanzia dei dispositivi,  favorendo così i propri punti vendita.

Nel 2003 Apple venne denunciata da alcuni rivenditori localizzati a San Francisco e nel nord della California; un gruppo di rivenditori della Bay-area nel 2005 ha preso poi parte ad una class action con i consumatori, seguiti da una denuncia di MacSolutions nel 2006, ottenendo successivamente un accordo con l’azienda californiana. Nel 2008 anche un rivenditore scozzese denuncio di non poter competere con l’apertura dei nuovi Apple Store a causa della mancanza di prodotti, ed uno dei venditori, Tom Santos di MacAdams, fu costretto infine a chiudere dopo 16 anni, con la sua causa in seguito abbandonata.

E’ importante inoltre ricordare come gli stessi impiegati Apple, a partire dal 2004, hanno ricevuto istruzioni su come essere completamente neutrali durante il consiglio di altri punti vendita non ufficiali ai clienti, relativi a grandi catene, siti Internet e vie alternative. Una vicenda che sicuramente non giova all’immagine di Apple.

[via]

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
News