Dai rumors al keynote, tra lo stupore di quello che doveva essere e non è stato. Dal disappunto, all’ovvietà delle solide consolidate strategie. A quasi 48 ore di distanza dall’evento Apple che ha visto dare la luce ai nuovi iPhone 5S e iPhone 5C, facciamo il punto e proviamo a scovare e capire i perché della strategia che Apple ha deciso di adottare nel settore degli smarphone. E’ così fallimentare come molti, a caldo, hanno sostenuto? E questo iPhone 5C, perché Apple non ha optato per il famigerato “prodotto economico”? Senza la pretesa di avere la verità in tasca, proviamo a fare delle semplici considerazioni su quella che è, e potrebbe essere, la strategia di Apple nel settore mobile.
Stessa storia, stesso posto, stesso keynote.
Partiamo con un passo indietro. Keynote 2012: iPhone 5.
Azioni in vistoso calo già nell’aftermarket a chiusura dell’evento, delusione di molti appassionati per quello che era visto come il terzo iPhone di fila con “lo stesso design“. iPhone 4S da 16 Gb venduto all’esorbitante cifra di 629€ e, a completare la gamma, il piccolo e sempre-verde iPhone 4 da 8 Giga venduto ufficialmente a 429€ fino a pochi giorni fa.
Poi… I primi pezzi con scocca rovinata, i dubbi sulla resistenza dell’alluminio, i primi video con scocche piegate a 30°. La cronaca di un flop annunciato. Eppure iPhone 5 è stato un bel prodotto, ottimo, molto apprezzato, performante e di assoluta bellezza, e che ha venduto tantissimo. Parliamo al passato perché, come certamente sappiamo ormai tutti, la sua commercializzazione ufficiale è stata sospesa per far posto al fratellino colorato e sbarazzino, l’iPhone 5C.
Saranno probabilmente 629€ necessari in Italia per acquistarlo. Veramente tanto, e si torna a gridare al flop. L’ennesimo funerale annunciato. E’ questo l’iPhone economico? Come farà a vendere a quel prezzo? Chi mai comprerà questo al posto del 5S, al massimo se si vuole risparmiare c’è iPhone 4S, no? Queste alcune delle domande e delle riflessioni più ricorrenti, specie a caldo.
Premessa bis: basta con questo iPhone economico. Lo hanno detto gli analisti, lo hanno detto tutti, lo abbiamo detto noi (personalmente, ho scritto spesso e sostenuto di non credere assolutamente a questa possibilità ed il motivo lo spiegherò più avanti) ma tant’è. Lo hanno detto tutti quelli che guardano il mercato farsi sempre più tosto, la concorrenza agguerrita: ed è chiaro, dai. Un iPhone economico avrebbe spazzato la concorrenza, avrebbe fatto man bassa di vendite. Tutto vero e tutto giusto, tranne se ti chiami Apple e del market share te ne infischi.
In molti, in queste analisi, hanno scordato, infatti, uno di quei dettagli in cui è insita la lettura della vicenda e di quelle che sono state poi le mosse adottate in quel di Cupertino. Ebbene, “solo” il 50% degli iPhone venduti nell’ultimo anno sono, infatti, effettivamente stati iPhone 5. Il resto dell’immensa torta è stata spartita tra iPhone 4S (40%) e iPhone 4 (10%). Questo vuol dire che, fino all’altro ieri, ben il 40% di chi acquistava un iPhone ha speso la bellezza di 629€ per acquistare un 4S!
Cosa è stato e cosa sarà il nuovo iPhone 5C, allora? Semplicemente quello che è sempre stato, ovvero il secondo della classe in casa Apple, l’ottimo terminale “new entry” della fascia alta che si porta a casa spendendo un po’ meno del modello top di gamma. Certo, mesi e mesi di rumors sull’iPhone economico avevano indotto a farci pensare ad uno scossone nel settore. E invece no, nella sostanza delle cose, tutto resta così com’era.
Certo il nuovo 5C ha subito un piccolo “ammodernamento”: è chiaramente voluta l’intenzione di dare un taglio molto più giovane e fresco a questo dispositivo ma è pur sempre un iPhone 5 (terminale ottimo, in cui tutto gira a meraviglia e che non diventerà certo facilmente obsoleto).
Poi c’è la questione plastica. E’ indubbio, e la cosa è stata ulteriormente chiara leggendo molti commenti dei nostri utenti sulle nostre pagine: il fatto di essere in plastica a molti appassionati Apple da la sensazione di economicità che poi nella sostanza dei fatti non esiste. E’ vero che con questa mossa certamente Apple riuscirà ad abbassare il costo di produzione e a migliorare i margini ultimamente crollati per far felici i propri azionisti ma, attenzione, parliamo di una differenza di costi di produzione che non supererà i 10 dollari (a voler veramente esagerare) tra l’ipotetica vendita di un 5 in confronto ad un 5C. Non si cambia strategia industriale a livello di Apple per il risparmio di una cover realizzata in un materiale diverso, tanto valeva continuare a vendere iPhone 5.
E’ chiaro, quindi, come Apple abbia semplicemente voluto “riorganizzare” il proprio listino, probabilmente sentendo la necessità di indirizzare i propri prodotti al pubblico giovane che è solitamente quello che poi questi dispositivi li acquista in quantità. Quello che è importante sarà il feeling che darà all’utente questo dispositivo. Certo, molti commenti non sembrano essere positivi ma quanto scetticismo c’era all’indomani del “guscio in vetro” di iPhone 4? Toccherà provare con mano ma, personalissima opinione, sono sicuro guardando le immagini che Apple non cadrà nell’errore così banale e grossolano di dare un feeling “cheap” al proprio dispositivo.
Se fino a ieri veniva venduto a 629€ un iPhone 4S per quale motivo il ben più performante iPhone 5C dovrebbe essere un flop? Il prezzo è alto, guardando la concorrenza anche altissimo, sia chiaro. Ma, dov’è la novità? Apple vuole e deve restare un marchio premium, Apple costruisce le Ferrari, non le 500. La vera ossessione di Steve Jobs è sempre stato creare il prodotto perfetto, il marketing e tutto il resto sono sempre stati passi successivi, gli abiti dentro i quali confezionare le proprie creazioni.
Gli analisti di tutto il mondo hanno così commesso un gravissimo errore: considerare che ad Apple, un’azienda che ha “sopravvissuto” ai margini del 5% del mercato PC per “una vita” importi qualcosa del market share. La mela del “think different” ne ha subite di trasformazioni, è innegabile, si è affacciata nel mercato di massa degli smartphone e dei tablet, un mercato che, paradosso dei paradossi, le sta stretto. Troppi compromessi da fare se si vogliono creare prodotti da vendere a tutti, a tutte le fasce di prezzo, a tutte le utenze. E ai discepoli del “maniaco dei prodotti”, potete chiedere tutto, ma non questo.
E così Apple si avvia ad essere quella delle origini. Una “nicchia” un po’ paradossale col 13% del market share mondiale ma, statistiche alla mano, con un sistema operativo che, nel mobile, resta il primo mezzo negli Stati Uniti per l’accesso ad internet. E questo basta a Cupertino per garantire quell’ecosistema che nasce dagli utenti e passa per gli sviluppatori di tutto il mondo, che ancora credono fortemente e sviluppano per iOS, e scusate se è un dettaglio da poco.
Altro aspetto, alquanto trascurato, riguarda lo scenario futuro. E se questo 5C tra 12 mesi scalzasse il 4S e diventasse, veramente, un iPhone economico venduto sulla soglia dei 429€? In fondo, grazie all’inevitabile processo tecnologico, sarà la tecnologia stessa (e il mercato) a creare delle alternative economiche (o più economiche). Se iPhone 4 ancora regge egregiamente il peso degli anni e viene aggiornato ad iOS 7 pensiamo davvero che tra un’anno l’hardware di un iPhone 5 non sarà più all’altezza? E tra due anni? Quello che adesso è il top di casa Apple potrebbe essere relegato a modello entry level. E, a meno che siamo vittime del consumismo, tra due anni il 5S sarà ancora un terminale straordinario.
Quello adottato da Apple, potrebbe diventare così, uno schema di prezzi che potrebbe avere ancora molto, molto, da dire.
Unico appunto ad Apple è sul pricing. La società di Cupertino sembra ancora troppo legata ad uno schema “america-centrico”. A duecento dollari con contratto biennale, infatti, i nostri amici americani si portano a casa il top di casa Apple. E’ vero che i contratti americani spesso e volentieri, almeno mi dicono, sono più cari di quelli nostrani (felicissimo di essere smentito qualora non fosse esattamente così) ma la differenza resta, anche dando un’occhiata ai prezzi senza contratto siamo ben oltre la soglia del classico 1 a 1 (rapporto dollaro-euro), con in più, per noi italiani, la ciliegina sulla torta della tassa sui dispositivi di memorizzazione. Il rischio è quello che da qualcosa di premium si passi a qualcosa che possa essere avvertito decisamente over-priced, al netto della concorrenza che, comunque, continua a sfornare i propri top di gamma a prezzi non certo irrisori.
Sta ad Apple continuare a fidelizzare i propri clienti, a migliorare il proprio ecosistema (grande mossa aver reso gratuite le app della suite iWork, ma doveva essere per tutti e non solo per i nuovi clienti e in più non dimentichiamoci di iOS in the car), a continuare ad offrire un servizio di assistenza al top (e la nuova Apple Care+ è, anch’essa, mossa astuta), insomma a fare quello che Apple ha sempre saputo fare: convincere i propri clienti che gli euro spesi in più, siano effettivamente spesi bene. Coi fatti, però, non col marketing.