Con un profilo che scende a 5,6 mm, iPhone Air è l’iPhone più sottile mai realizzato, superando il record di iPhone 6. Comprensibile quindi che riaffiori la domanda che ha segnato un’epoca: il dispositivo si piega?
L’allarme da tasca posteriore che ricordiamo dal 2014 oggi convive però con un progetto molto diverso, a partire dal telaio in titanio al posto dell’alluminio.
In un video fornito da Apple a Tom’s Guide, l’iPhone Air viene sottoposto a un carico centralizzato di circa 130 libbre (pari a circa 59 Kg). L’esito mostrato è chiaro: il dispositivo flette, poi torna in posizione senza deformazioni permanenti evidenti. Tradotto: elasticità controllata e ricentraggio della scocca. È un buon segnale per l’uso reale, ma ricordiamo due punti fondamentali: il test è dimostrativo e fornito da Apple e non sostituisce le prove indipendenti di terze parti su tempi lunghi, posture diverse, torsioni e impatti.
Di fatto, oggi è più difficile piegarlo rispetto a un tempo. Come mai?
La risposta non sta solo nello spessore. Conta l’architettura interna e soprattutto il titanio: ha rigidezza specifica superiore all’alluminio e mantiene meglio la forma sotto carico, riducendo la deformazione plastica. Apple afferma che iPhone Air supera requisiti di resistenza alla flessione più severi rispetto al passato. In pratica, a parità di forza, serve più energia per portarlo oltre il punto di non ritorno.
L’uso quotidiano raramente riproduce un carico perfettamente al centro come in laboratorio. Le situazioni a rischio sono leve e torsioni: tasche strette, sedute con lo smartphone a metà tra coscia e bordo sedia, pressioni puntuali in zaini pieni.
Dobbiamo aspettarci un “bendgate 2.0”?
Ad oggi, con titanio, struttura interna ottimizzata e un comportamento elastico che riporta il telaio in asse, è poco probabile rivedere un caso simile al 2014. La combinazione design/materiali è cambiata in modo sostanziale. Questo non rende iPhone Air indistruttibile: ogni smartphone è un equilibrio tra spessore, peso e robustezza. Ma rispetto al passato, la soglia di sicurezza è decisamente più alta.
E le prove indipendenti?
Sono quelle che attendiamo per chiudere il cerchio: test strumentali terzi, torsioni multi-asse, prove di fatica nel tempo e scenari d’uso estremi. Fino ad allora, possiamo dire che i segnali iniziali sono buoni.
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