Il CEO di Apple Tim Cook ha rilasciato una dichiarazione di apertura che sarà letta questa sera durante l’audizione presso il Comitato giudiziario della Camera degli Stati Uniti, nell’ambito delle indagini antitrust che coinvolgono Apple, Amazon, Facebook e Google.

Nella dichiarazione, Cook nega le accuse e afferma che Apple non ha intrapreso comportamenti anticoncorrenziali, aggiungendo che l’azienda “non ha una quota di mercato dominante in nessuno degli ambiti in cui lavora”. Il CEO afferma infatti che la società non ha una posizione dominante in nessun mercato, come invece fanno Google e Samsung nei rispettivi settori. Cook ritiene inoltre che le indagini sulle pratiche antitrust siano necessarie, ma ribadisce che Apple non farà alcuna concessione.
Tim Cook definisce infatti Apple come una società esclusivamente americana, che rispetta tutte le regole del paese. Le accuse del Comitato si riferiscono soprattutto al sistema App Store, al controllo sulle app di terze parti e alla gestione delle app terze dedicate al controllo parentale.
Per quanto riguarda l’App Store, la posizione del CEO di Apple è abbastanza chiara e riprende quella di Phil Schiller:
Dopo aver iniziato con 500 app, oggi l’App Store ne ospita oltre 1,7 milioni, di cui solo 60 sono software Apple. Chiaramente, se Apple è un gatekeeper, quello che abbiamo fatto è aprire il più possibile questo gate. Vogliamo avere più app possibili nel nostro negozio, non tenerle lontane e per questo abbiamo creato opportunità prima impossibili da raggiungere per i piccoli sviluppatori.
La struttura dei prezzi dell’App Store è un’alternativa più accattivante rispetto a quello che esisteva in precedenza, quando il software in scatola era il metodo di distribuzione preferito. Inoltre, la stragrande maggioranza delle app sull’App Store dà agli sviluppatori il 100% delle entrate, senza alcuna quota a favore di Apple. Le uniche app soggette alle commissioni di Apple sono quelle in cui lo sviluppatore acquisisce un cliente su un dispositivo Apple e dove le funzionalità o i servizi vengono sperimentati e sfruttati su un dispositivo Apple.
Quando è stato creato l’App Store, le opzioni di distribuzione disponibili per gli sviluppatori di software in quel momento non funzionavano bene. I negozi fisici caricavano commissioni elevate e avevano una portata limitata. I supporti come i CD dovevano essere spediti ed era difficile proporre aggiornamenti.
Le commissioni di Apple sono comparabili o inferiori alle commissioni addebitate dalla maggior parte dei nostri concorrenti. E sono notevolmente inferiori al 50-70 percento che gli sviluppatori di software hanno pagato per distribuire il loro lavoro prima della nascita dell’App Store”.
E ancora:
In oltre un decennio da quando l’App Store ha fatto il suo debutto, non abbiamo mai aumentato le commissioni o aggiunto altre spese per gli sviluppatori. Anzi, in realtà le abbiamo ridotte per gli abbonamenti e abbiamo esentato alcune categorie di app.
L’App Store si evolve con i tempi e ogni cambiamento che abbiamo apportato è andato nella direzione di offrire un’esperienza migliore ai nostri utenti e un’opportunità commerciale convincente per gli sviluppatori.
Nella lettera di apertura che sarà letta questa sera davanti al Comitato giudiziario, Tim Cook continua divulgando il contributo che l’App Store ha dato all’economia, citando statistiche già note come gli 1,9 milioni di posti di lavoro creati negli Stati Uniti. Cook menziona anche uno studio indipendente che ha scoperto come l’App Store abbia facilitato almeno 500 miliardi di dollari nel commercio in tutto il mondo, solo nel 2019.
L’udienza inizierà questa sera alle 18 italiane. L’intero documento di apertura preparato da Tim Cook può essere letto a questo link.