Non si placano le polemiche nel caso iBook, che vede coinvolti Apple e importanti editori americani accusati di comportamento anti-concorrenziale per aver volutamente aumentato i prezzi dei libri digitali. Il Wall Street Journal ha infatti preso di mira Michael Bromwich, il consulente nominato dal giudice Denise Cote per indagare su Apple.

Secondo il WSJ, Michael Bromwich avrebbe abusato del suo ruolo per indagare su aspetti dell’azienda che non hanno nulla a che fare con il caso iBooks. In pratica, il consulente avrebbe messo gli occhi su documenti e questioni Apple che esulano dal suo compito, andando ad indagare anche sugli aspetti economici della società non legati al caso in oggetto.
Nell specifico, Michael Bromwich avrebbe fatto domane a tutti i dirigenti, indagando su Siri, Mappe e ingegneria hardware. Tutte cose non rilevanti nel processo antitrust. Ma il quotidiano va ben oltre: Bromwich non solo avrebbe messo le mani su cose non inerenti all’indagine, ma avrebbe violato anche il suo ruolo di consulente neutrale. Dalle relazioni inviate al tribunale, emerge che il consulente ha lavorato e collaborato per almeno quatto mesi con il procuratore generale che accusa Apple.
Per questi motivi, i legali di Cupertino chiesero al giudice di sollevare dall’incarico Michael Bromwich, che poi fu criticato dalla stessa corte per la sua mancanza di esperienza e per la poca competenza nel trattare questi casi.
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