Apple ha presentato ufficialmente ricorso contro la multa da 500 milioni di euro inflitta dalla Commissione Europea per presunta violazione del Digital Markets Act. Ma non si tratta solo di una contestazione economica: l’azienda di Cupertino punta il dito contro l’intero processo regolatorio, sostenendo di non aver mai ricevuto istruzioni chiare su come conformarsi alle richieste dell’UE.
L’accusa, riportata da Politico, è chiara: “Abbiamo provato a collaborare, ma l’UE non ci ha ascoltati”.
Secondo Apple, durante l’estate del 2024 avrebbe proposto di eliminare le sue regole anti-steering, cioè le limitazioni imposte agli sviluppatori nel comunicare con gli utenti riguardo a metodi di pagamento alternativi all’App Store. La Commissione Europea, sostiene Apple, avrebbe chiesto di aspettare, dichiarando di voler prima consultare gli sviluppatori. Peccato che quella stessa proposta ignorata sia poi diventata il fulcro della multa inflitta nell’aprile 2025.
Non solo. Apple afferma che negli ultimi mesi del 2024 la Commissione avrebbe smesso di comunicare, nonostante numerosi tentativi di dialogo. In una lettera inviata ad ottobre a due Direzioni Generali della Commissione (DG Connect e DG Competition), un dirigente Apple lamentava un clima ostile e preannunciava la volontà dell’UE di infliggere una “multa significativa”.
Apple chiama in causa direttamente Margrethe Vestager, ex Commissaria alla Concorrenza dell’UE, già nota a Cupertino per la multa da 2 miliardi di euro contro Apple Music e per il famigerato caso fiscale con l’Irlanda, che Tim Cook aveva definito “una farsa politica totale”.
L’accusa è che Vestager e la Commissione avessero già deciso da tempo di colpire Apple, indipendentemente dagli sforzi dell’azienda per allinearsi alle norme. “Abbiamo investito centinaia di migliaia di ore di lavoro ingegneristico e fatto decine di cambiamenti che nessun utente ci ha mai chiesto”, ha dichiarato Emma Wilson, portavoce Apple. “La Commissione ha continuato a cambiare le regole del gioco.”
Da parte sua, la Commissione Europea respinge le accuse, sostenendo che il dialogo con le aziende è sempre stato aperto e che la responsabilità di conformarsi al DMA è esclusivamente dei gatekeeper.
“Abbiamo chiarito ogni volta che le proposte di Apple non erano sufficienti e l’abbiamo invitata a cercare feedback dal mercato”, ha dichiarato la portavoce Lea Zuber. Il problema, secondo Bruxelles, non è che Apple non abbia cercato soluzioni, ma che abbia scelto di implementare solo quelle meno efficaci.
Ma se così fosse, perché Meta, multata nello stesso momento, è riuscita a ottenere una riduzione della sanzione? È possibile che tra Meta e la Commissione ci sia stato un dialogo più costruttivo, ma per ora resta il mistero sulla differenza di trattamento.
La battaglia non è solo legale, ma anche geopolitica. Mentre l’UE tira dritto, la Casa Bianca ha già espresso disappunto verso la sanzione imposta a un colosso americano come Apple. Il tutto in un contesto in cui Apple è stata recentemente costretta a modificare le sue regole anche negli Stati Uniti, per ordine del giudice Yvonne Gonzalez Rogers nel caso Epic Games.
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