La campagna presidenziale di Joe Biden ha ricevuto donazioni considerevoli da parte dei dipendenti di aziende tecnologiche, con i dipendenti Apple che hanno rappresentato la quarta più grande fonte di finanziamento.
Dai documenti finanziari della campagna di Joe Biden emerge che la raccolta fondi per la sua campagna elettorale ha visto un alto livello di donazioni da parte dei dipendenti legati ai cinque giganti tech degli Stati Uniti. In totale, i dipendenti di Apple, Alphabet/Google, Microsoft, Amazon e Facebook hanno donato almeno 15,1 milioni di dollari a favore di Joe Biden.
Negli Stati Uniti, i singoli cittadini possono donare fino a 2.800 dollari a un candidato, mentre la divulgazione del datore di lavoro è richiesta solo per donazioni superiori ai 200 dollari. Questa limitazione rende del tutto plausibile che l’importo donato dal gruppo sia superiore a quello riportato dai documenti.
Stando ai documenti, i dipendenti di Apple hanno rappresentato il quarto più grande gruppo, con poco meno di 2 milioni di dollari. La cifra supera i 1,9 milioni di dollari donati dai dipendenti di Facebook. Al primo posto si posizionano i dipendenti di Alphabet/Google con 5,3 milioni di dollari, seguiti da Microsoft (3,2 milioni di dollari) e Amazon (2,8 milioni). Nelle elezioni precedenti, in cima alla classifica delle donazioni dei dipendenti c’erano più aziende non tecnologiche.
L’analisi sulle donazioni arriva in un momento in cui le società tecnologiche degli Stati Uniti si trovano ad affrontare diverse indagini da parte del governo e delle autorità di regolamentazione. I giganti della tecnologia sono stati accusati di censura e di non aver fatto abbastanza per prevenire la diffusione di disinformazione e sono stati presi di mira dal Safe Tech Act. Ci sono stati anche tentativi di introdurre nuove legislazioni antitrust per ridurre il potere delle società tecnologiche e il loro controllo sulle piattaforme come i vari App Store.
L’alto numero di donazioni da parte dei dipendenti delle aziende tecnologiche può anche essere visto come un problema dai loro critici, timorosi di quanto la Casa Bianca possa essere influenzata da questo dato. A dicembre, una lettera congiunta di 33 gruppi esortava Biden a rifiutare l’influenza delle principali società tecnologiche, accusandole di esercitare “un’immensa influenza” sulle elezioni e di essere una seria minaccia per “la privacy, la democrazia, l’innovazione e il bene economico degli americani“.