L’FBI non ha ancora sbloccato l’iPhone dell’attentatore di Pensacola

Ancora un nulla di fatto per l'FBI, che sta avendo più difficoltà del previsto nello sbloccare l'iPhone del terrorista di Pensacola.

I funzionari dell’FBI non sono ancora riusciti a sbloccare uno degli iPhone protetti da passcode di proprietà di Mohammed Saeed Alshamrani, l’autore della sparatoria avvenuta lo scorso dicembre nella base aeronavale di Pensacola, in Florida

La conferma è arrivata nella giornata di ieri dal direttore dell’FBI Christopher Wray, il quale ha affermato che l’agenzia è “attualmente impegnata a parlare con Apple nella speranza di ottenere ulteriore aiuto per cercare di accedere ai dati di quell’iPhone“.

Più volte, l’FBI e il procuratore federale degli Stati Uniti hanno chiesto ad Apple di sbloccare quel dispositivo, ma l’azienda ha sempre risposto che non ha la possibilità di farlo a causa della crittografia integrata nel dispositivo. Anche il presidente Trump si è unito al coro, minacciato più o meno indirettamente Apple se non avesse aiutato l’FBI a sbloccare il telefono del terrorista.

Apple ha negato queste richieste, affermando che non è possibile accedere ai dati di un iPhone protetto da password e che agli inquirenti sono state già fornite tutte le informazioni in possesso dell’azienda:

Siamo stati devastati nel venire a conoscenza del tragico attacco terroristico contro membri dei servizi armati statunitensi presso la base aeronavale di Pensacola, in Florida, avvenuto il 6 dicembre. Abbiamo il massimo rispetto per le forze dell’ordine e lavoriamo regolarmente con la polizia per dare il nostro aiuto nelle indagini. Quando le forze dell’ordine richiedono la nostra assistenza, i nostri team lavorano 24 ore su 24 per fornire le informazioni di cui disponiamo.

Respingiamo l’accusa che Apple non ha fornito assistenza sostanziale nelle indagini di Pensacola. Le nostre risposte alle loro numerose richieste dal giorno dell’attacco sono state tempestive, approfondite e ancora in corso.

Stiamo continuando a lavorare con l’FBI e recentemente i nostri team di ingegneri hanno ricevuto una chiamata per fornire ulteriore assistenza tecnica. Apple ha un grande rispetto per il lavoro dell’Ufficio del procuratore e lavoreremo instancabilmente per aiutare a indagare su questo tragico attacco alla nostra nazione.

Abbiamo sempre sostenuto che non esiste una backdoor solo per i “bravi ragazzi”. Le backdoor possono anche essere sfruttate da coloro che minacciano la nostra sicurezza nazionale e la sicurezza dei dati dei nostri clienti. Oggi, le forze dell’ordine hanno accesso a più dati che mai nella storia, quindi gli americani non devono scegliere tra indebolire la crittografia e risolvere le indagini. Riteniamo che la crittografia sia vitale per proteggere il nostro Paese e i dati dei nostri utenti.

Di fatto, ad oggi l’FBI non ha ancora avuto accesso ai dati di questo iPhone, malgrado in passato l’agenzia sia riuscita ad ottenere queste informazioni grazie all’aiuto di aziende terze.

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
News