Jimmy Iovine “rivela” i problemi della musica streaming

Quali sono le difficoltà dei servizi di musica streaming come Spotify e Apple Music? Secondo Jimmy Iovine, il problema principale è la differenziazione.

L’ex dirigente di Apple Music, Jimmy Iovine, afferma che i servizi di musica streaming stanno affrontando gli stessi problemi di un paio d’anni fa, quasi tutti legati alla mancata differenziazione.

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In un’intervista rilasciata al New York Times, il produttore discografico e co-creatore di Apple Music ha detto che tutti i servizi di musica streaming stanno affrontando le stesse difficoltà. Inoltre, Jimmy Iovine ha anche condiviso quello che ha imparato da Steve Jobs, Apple e Napster.

È tutta una risposta a Napster. Ho visto quanto fosse potente quella tecnologia e mi sono reso conto che dovevamo cambiare marcia. Le case discografiche non sarebbero esistite oggi senza tecnologia. Il motivo per cui sono entrato nel mondo della musica doveva essere associato a cose interessanti. E mi sono reso conto che il business discografico in quel momento, il modo in cui rispondeva a Napster, non era bello.

Iovine afferma che, 20 anni fa, l’industria discografica stava per affondare su se stessa facendo cause su cause per proteggere i propri interessi:

Così ho detto, ‘Ehi, bisogna fare qualcosa’. E ho incontrato un sacco di persone nell’ambito della tecnologia. Ho incontrato Steve Jobs ed Eddy Cue di Apple e gli ho proposto alcune cose, come incorporare alcune funzioni tecnologiche nella mia casa discografica.

Iovine voleva anche lavorare su come la sua musica doveva essere ascoltata al meglio:

Ho imparato molto da Dr. Dre, che si preoccupava per l’esistenza di tante cuffie “economiche e inefficienti”. Bisognava fare qualcosa di meglio per garantire una migliore esperienza di ascolto agli utenti.

Quando ho deciso di creare Beats per offrire un’esperienza d’ascolto migliore, ho imparato da Apple quanto sia complesso lavorare sull’hardware. Steve Jobs era solito sedersi con me in questo ristorante greco per consigliarmi ciò che dovevo fare per realizzare questo obiettivo. Mi diceva ‘Ecco come organizzare la distribuzione, ecco come affrontare la produzione’, e disegnava tutto su questo foglio con uno Sharpie. Era pazzesco.

Ancora, il co-fondatore di Apple Music afferma che il suo passaggio dall’essere un produttore discografico alla co-fondazione di Beats e, poi, all’ingresso in Apple non è stato un salto dalla nave della musica a quella della tecnologia:

Tecnologia e musica sono parte della stessa cosa. Purtroppo, si tratta di due cose che non parlano la stessa lingua. Chi crea contenuti non sa quale tecnologia stai costruendo, e gli ingegneri si concentrano spesso solo su singoli problemi e non hanno una visione d’insieme. Il business dello streaming ha un problema all’orizzonte che deve essere risolto quanto prima.

I margini di profitto sono troppo bassi e i servizi musicali devono cercare di differenziarsi. Oggi, tutti i servizi di musica streaming sono uguali e offrono gli stessi contenuti. Questo non avviene nell’ambito video, dove Netflix, Apple TV+ o Disney+ offrono tutti contenuti originali ed esclusivi non presenti nelle altre piattaforme. I servizi musicali, invece, sono tutti uguali e questo è un problema.

Inoltre, Iovine afferma che ormai le case discografiche non hanno più un rapporto diretto con i consumatori, ma allo stesso tempo la situazione attuale è ideale per musicisti e artisti:

Gli artisti di oggi hanno qualcosa che non hanno mai avuto prima: una comunicazione massiccia e diretta con il loro pubblico, dalla loro casa, dal loro letto, dalla loro macchina. Ovunque. Per questo tutti li vogliono. Spotify li vuole, Apple Music li vuole, Pepsi li vuole.

Per Iovine, i veri vincitori di questa situazione sono proprio i musicisti e gli artisti: “Non è un loro problema capire come le aziende che fanno streaming o le case discografiche riusciranno a fare più soldi. Sono le aziende a dover capire come far diventare più prezioso un artista“.

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