La crittografia e la protezione della privacy di Apple mettono in difficoltà l’FBI

Con le aziende tech come Apple che stanno migliorando sempre di più i loro strumenti di protezione e tutela dei dati degli utenti tramite sistemi di crittografia end-to-end, l’FBI e le forze di polizia degli Stati Uniti hanno sempre più difficoltà ad intercettare le comunicazioni online degli utenti, anche in caso di indagini importanti.

Il direttore dell’FBI Amy Hess ha detto al Wall Street Journal che questo è un problema molto grave, con qui l’agenzia deve convivere giorno dopo giorno. In pratica, da quando aziende come Apple e Facebook hanno integrato sistemi di crittografia end-to-end nei loro servizi di messaggistica, l‘FBI ha molta più difficoltò ad intercettare criminali e terroristi.

La posizione di Apple su questo punto è chiara da tempo: l’azienda non ha alcuna intenzione di installare una backdoor nel proprio sistema operativo, visto che una soluzione di questo tipo metterebbe a rischio tutti gli utenti iOS. Tra l’altro, oggi la crittografia end-to-end viene usata da gran parte delle app di messaggistica, WhatsApp compresa.

Il governo degli Stati Uniti potrebbe seguire la strada dell’Australia, dove il parlamento ha promulgato una legge che obbliga le aziende ad aiutare le agenzie governative ad accedere ai messaggi crittografati. Il testo di quella legge è così vago che potrebbe essere utilizzato per obbligare le aziende ad indebolire le protezioni dei vari sistemi operativi o delle varie app di messaggistica, tanto che Apple, altre società tech ma anche ONG hanno fortemente criticato questa norma.

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