Android viola le norme antitrust, multa da 4.3 miliardi di euro per Google

La Commissione Europea ha condannato Google al pagamento di una multa record da 4.3 miliardi di euro per la violazione delle norme antitrust da parte del suo sistema operativo Android.

Secondo la Commissione Europea, Google forza i produttori di smartphone e gli operatori di rete mobile a installare Chrome, utilizzare il suo motore di ricerca come predefinito o esclusivo  e a installare tutte le altre app dell’azienda per i relativi servizi di ricerca sui vari smartphone venduti in Europa. Con una quota di mercato dell’80% in molti paesi europei, con questo comportamento Google ha di fatto bloccato la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca, creando un vero e proprio monopolio. Le indagini sono iniziate nel 2016 e si sono concluse proprio in questi giorni con una decisione di condanna per Google.

La sanzione della Commissione di 4.342.865.000 euro tiene conto della durata e della gravità dell’infrazione”, ha scritto la Commissione europea nelle motivazioni della condanna. “Conformemente agli orientamenti della Commissione del 2006, la sanzione pecuniaria è stata calcolata sulla base del valore delle entrate di Google dai servizi di pubblicità di ricerca su dispositivi Android nel SEE [Spazio economico europeo]”.

In una dichiarazione rilasciata a Engadget, Google ha ribadito che si appellerà a questa decisione: “Android ha creato una scelta più ampia per tutti, non il contrario: un ecosistema vivace, una rapida innovazione e prezzi più bassi sono i classici segni distintivi di una forte concorrenza. Ci appelleremo la decisione della Commissione”.

Google ha violato le norme antitrust in tre modi, almeno secondo la Commissione: richiedeva ai produttori di preinstallare Ricerca Google e il browser Chrome su dispositivi Android; i produttori e gli operatori mobile venivano pagati a condizione che venisse installata esclusivamente l’app Ricerca Google; ha impedito ai produttori di vendere dispositivi mobili con fork Android non approvati da Google.

Come esempio di quest’ultimo punto, il commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager ha osservato che Google ha bloccato un gran numero di produttori dalla realizzazione e dalla vendita di app per TV Amazon Fire e altri dispositivi basati su FireOS, un fork di Android.

Google ha il diritto di stabilire requisiti tecnici per garantire che funzionalità e app all’interno del proprio ecosistema funzionino senza intoppi, ma questi requisiti tecnici non possono servire da cortina di fumo per impedire lo sviluppo di ecosistemi Android concorrenti“, ha detto durante una conferenza stampa questa mattina il commissario europeo per la concorrenza. “Google non può avere la sua torta e mangiarla“.

Per questi motivi, Google è stata condannata a pagare 4.3 miliardi di euro. Si tratta di una somma record, ma che rappresenta solo due settimane delle entrate annuali di Google. Forse è più importante la pena accessoria: l’UE ha ordinato a Google di consentire ai produttori di smartphone e agli operatori mobile di pre-installare app non Google sui dispositivi Android. Questo aspetto aprirebbe in modo significativo Android a una maggiore concorrenza e probabilmente ridurrebbe i ricavi pubblicitari di Google.

La Commissione fa presente che Google può ancora far installare le proprie app, a condizione che rispettino le regole europee e non vadano ad influire sulla libertà dei produttori di installare altre app o di produrre dispositivi basati su fork Android.

 

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