FaceTime e quella promessa dello “standard open” mai mantenuta

Alla WWDC 18, Apple ha presentato un’importante novità per FaceTime: la possibilità di effettuare chiamate di gruppo fino a 32 partecipanti, purché tutti gli utenti utilizzino dispositivi Apple. In realtà, otto anni fa Steve Jobs aveva promesso qualcosa di diverso…

Quando, nel 2010, Steve Jobs presentò per la prima volta FaceTime, dedicò diversi minuti al fatto che quel servizio targato Apple era destinato a diventare uno standard aperto che potesse essere utilizzato da chiunque, anche dai concorrenti dell’azienda. Quasi un decennio dopo, tutto questo non è ancora successo e FaceTime rimane uno standard chiuso nell’ecosistema Apple.

Otto anni fa, Steve Jobs dichiarò quanto segue: “Ora, FaceTime è basato su molti standard aperti – video H.264, audio AAC e un mucchio di acronimi pieni di lettere – e continueremo fino in fondo su questa strada. Andremo dagli organismi di standardizzazione a partire da domani e renderemo FaceTime uno standard aperto “.

Secondo CNET, il motivo di questa mancata apertura è da ricollegare alle battaglie sui brevetti che Apple sta ancora affrontando proprio in relazione alle tecnologie che sono alla base di FaceTime.

In particolare, Apple sta affrontando una causa contro VirnetX relativa proprio alle tecnologie utilizzate dall’azienda per creare e gestire FaceTime. Se Apple dovesse perdere in tribunale, sarebbe obbligata non solo a pagare centinaia di milioni di dollari di danni, ma anche a cambiare il modo in cui funziona FaceTime.

Proprio per questi motivi, Apple ha introdotto il “relay server” per far funzionare FaceTime, anziché consentire ai telefoni e ai vari dispositivi di comunicare direttamente tra di loro. Come spiega CNET, qualcuno dovrebbe pagare per quei server e poi bisognerebbe trovare un modo per far parlare quel qualcuno con i vari Google, Microsoft o con qualsiasi altra azienda voglia implementare FaceTime nei propri prodotti. Al momento, però, si tratta di una soluzione molto remota, tanto che Apple non l’ha presa nemmeno in considerazione.

Solo una volta risolti i problemi legali, sperando in una sentenza favorevole, Apple potrebbe tornare a parlare di FaceTime come standard open.

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