Apple rimuove le app che condividono a terzi la posizione degli utenti

Da qualche giorno, Apple ha iniziato a rimuovere dall’App Store le applicazioni che condividono con terze parti i dati sulla posizione degli utenti.

Una volta rimossa l’app, Apple invia una e-mail allo sviluppatore per informarlo dei motivi che hanno portato a questa decisione. Nello specifico, le app che condividono con terze parti i dati sulla posizione dell’utente violano due clausole delle linee guida per l’approvazione su App Store.

Anche se queste clausole sono presenti da tempo, solo negli ultimi giorni Apple sta effettuando controlli ferrati che portano all’eliminazione delle app incriminate, vale a dire quando “l‘app trasmette i dati sulla posizione dell’utente a terzi senza consenso esplicito dell’utente e per scopi non approvati“.

Sono quindi due i motivi che possono portare all’eliminazione dell’app: il primo, che vale in qualsiasi caso, è quando l’app non chiede l’esplicito consenso dell’utente e non lo informa su come questi dati saranno utilizzati; il secondo, che viene in essere anche dopo il consenso dell’utente, si ha quando tali dati vengono condivisi per scopri diversi da quelli approvati da Apple. E Apple approva la condivisione dei dati sulla posizione dell’utente solo per migliorare l’esperienza utente:

I dati raccolti dalle app non possono essere utilizzati o condivisi con terze parti per scopi diversi dal miglioramento dell’esperienza utente o delle prestazioni software connesse alle funzionalità dell’app.

Apple spiega che gli sviluppatori devono rimuovere qualsiasi codice, framework o SDK che violi queste regole, prima che l’app possa essere nuovamente riammessa sull’App Store.

Per quanto riguarda le app rimosse da Apple, si è scoperto che non facevano abbastanza per informare gli utenti su come venivano utilizzati i loro dati. Oltre a chiedere semplicemente il permesso, Apple vuole infatti che gli sviluppatori spieghino per quali motivi sono utilizzati i dati e come sono condivisi. Inoltre, Apple sta analizzando le istanze in cui vengono utilizzati i dati per scopi non collegati al miglioramento dell’esperienza utente. In tal caso, l’app sarà comunque rimossa a prescindere dal popup informativo.

Il giro di vite di Apple su queste applicazioni arriva in un momento molto delicato, soprattutto a causa del regolamento generale sulla protezione dei dati, il famoso GDPR, che entrerà in vigore dal 25 maggio nell’Unione europea. Apple vuole quindi assicurarsi che gli sviluppatori abbiano la stessa cura della privacy degli utenti.

Per rispettare quanto previsto da Apple, l’app deve quindi informare l’utente su come vengono utilizzati tali dati e deve utilizzarli solamente per scopi legati al miglioramento dell’esperienza utente e delle prestazioni.

 

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