Il Clarifying Lawful Overseas Use Act (CLOUD), una proposta che rischia di cambiare le regole internazionali sulla condivisione dei dati tra i governi, è stata approvata dal Congresso degli Stati Uniti e sarà presto convertita in legge. Ecco di cosa si tratta e perchè interessa anche Apple.

La legge CLOUD è una misura spinta da Apple e da altri giganti del settore tecnologico, ma fortemente criticata dai sostenitori della privacy. In origine era una proposta separata, ma è stata poi inglobata in un disegno di legge molto più vasto che copre anche le spese militari e di sicurezza interna.
Secondo il testo di questa legge, il CLOUD Act “migliorerebbe l’accesso delle forze dell’ordine ai dati archiviati fuori dai confini nazionali e per altri scopi“. In pratica, vengono regolati i vari casi, sempre più frequenti, di istanze in cui le forze dell’ordine di un paese cercano dati conservati su server che si trovano in un’altra nazione
Il disegno di legge conferirebbe al ramo esecutivo, in particolare al Dipartimento di giustizia degli USA, nuovi poteri per stipulare accordi di condivisione delle informazioni con i governi stranieri. Oggi, se forze dell’ordine fuori dal paese vogliono ottenere dati da una società tecnologica con sede negli Stati Uniti, tale governo deve avere un trattato di mutua assistenza giudiziaria specifico (MLAT) con gli USA, con tanto di ratifica da parte del Congresso. La legge CLOUD rimuove tale disposizione, e non richiede più la necessità per un giudice di sottoscrivere tali richieste. Permetterebbe al Dipartimento di Giustizia di stipulare tali accordi senza l’approvazione del Congresso o dei tribunali.
Apple aveva spinto per questo CLOUD Act, firmando una lettera di approvazione insieme aFacebook, Google, Microsoft e Oath (la sussidiaria di Verizon che possiede AOL e Yahoo.) La lettera afferma che la legislazione “riflette un crescente consenso a favore della protezione degli utenti di Internet in tutto il mondo e fornisce una logica soluzione per regolare l’accesso transfrontaliero ai dati. L’introduzione di questa legislazione bipartisan è un passo importante verso il rafforzamento e la protezione dei diritti individuali della privacy, riducendo i conflitti giuridici internazionali e mantenendoci tutti più sicuri. Il disegno di legge istituirebbe anche meccanismi per notificare ai governi stranieri quando una richiesta legale coinvolge i loro residenti, e per avviare una sfida legale diretta quando necessario“.
Tuttavia, alcune associazioni USA che difendono la privacy si sono opposti al CLOUD Act, affermando che tale norma aggira tutte le protezioni del Quarto Emendamento relativamente alla privacy delle comunicazioni, “… andando a minacciare la libertà degli attivisti all’estero o di coloro che si trovano negli Stati Uniti”.
Microsoft, Apple e le altre aziende che spingono per il CLOUD Act hanno deciso di supportare questa legge per rendere più facile fare affari in tutto il mondo, non essendoci più il rischio per le aziende tecnologiche di entrare in conflitto con i governi stranieri. Nella lettera, infatti, si legge anche che il CLOUD Act deve contenere “standard di riservatezza, diritti umani e stato di diritto per consentire a un paese di stipulare un accordo, e garantirebbe che i clienti e i titolari dei dati siano protetti dalle proprie leggi e che tali leggi siano significativamente protettive“.
Questa legge ha varie implicazioni potenziali per gli utenti Apple negli Stati Uniti. Se gli utenti USA si trovano in un paese straniero e utilizzano dispositivi Apple o messaggi in qualsiasi tipo di modalità “antigovernativa”, il rischio di essere beccati è molto più alto.
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