Eddy Cue: “La musica streaming ha bisogno del tocco umano, gli algoritmi non bastano”

Il responsabile di Apple Music Eddy Cue è stato intervistato dal quotidiano La Stampa, rilasciando interessanti dichiarazioni su come Apple vuole muoversi nel terreno della musica streaming.

Eddy Cue lavora in Apple dal 1989, ancor prima del ritorno di Steve Jobs alla guida dell’azienda. Da allora sono cambiate tante cose, ma non l’obiettivo dell’azienda: “A quei tempi dovevamo mostrare di essere più bravi degli altri per sopravvivere, ma in un certo senso ancora oggi è così!“.

Nella lunga intervista, Cue paragona il meccanismo della produzione del software a quello della musica: “Noi non creiamo musica, siamo artisti del software, ma il meccanismo è lo stesso: ognuno deve essere correttamente compensato per il suo lavoro. Offriamo strumenti e opportunità per avere il controllo della distribuzione, poi, se vogliono, i musicisti possono anche decidere di regalare le loro canzoni”.

Cue ha poi confermato che uno degli obiettivi primari di Apple Music è far conoscere alle persone artisti sconosciuti, ma che potrebbero piacere in base alle proprie preferenze: “Gli appassionati sono più aperti a stimoli diversi, lo vedo con le mie figlie, hanno gusti eclettici, ascoltano musica da tutto il mondo, si confrontano, ed è una cosa bella. Per fare musica serve un talento unico, che richiede di tenere tutto sotto controllo in ogni momento, non c’è una seconda chance, un bug che puoi sistemare dopo. E questo non ha prezzo, continuerà a suscitare stupore e ammirazione in chi ascolta la musica e la ama”.

Si parla anche di Beats1, la stazione radio di Apple che trasmette 24 ore su 24 in oltre 100 paesi: “Si è persa la capacità di raccontare storie, di spiegare come è nata una canzone, ed è proprio quanto facciamo con Beats 1, con gli speciali e con lo spazio per gli artisti da tutto il mondo. Ma il tocco umano è importante anche per le playlist, un algoritmo da solo non basta, per compilarle ci affidiamo a esperti e appassionati. Ad esempio, Trent Reznor ci permette di avere il punto di vista di un artista. Il suo lavoro consiste nel creare un prodotto migliore per lui e per i musicisti che usano Apple Music”.

Entrando più nel tecnico, Cue spiega l‘approccio qualitativo utilizzato da Apple per trasmettere in streaming i vari brani: un buon suono non dipende dal bitrate, e cioè dal modo in cui viene digitalizzato e trasmesso, in quanto solo una persona su cento si accorge della differenza. Apple ha deciso di definire con produttori e studi di registrazione alcuni parametri che consentono di avere una migliore resa sonora a partire dal master.

E poi un piccolo riferimento ad un’artista italiana: “Non compro dischi in vinile da anni, mi piace avere la possibilità di ascoltare una canzone immediatamente, ad esempio quando ho sentito Vulcano di Francesca Michielin non capivo le parole, ma la musica funziona anche così, grazie alla melodia, al ritmo, all’energia che trasmette. La musica ha qualcosa di magico, e oggi basta un tocco perché la magia si compia: non è meglio così?”

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