Anthony van der Meer studia Cinema nei Paesi Bassi e, dopo che il suo primo iPhone è stato rubato, ha avuto un’idea: realizzare un documentario su Find my iPhone. Quali sono le tipologie di persone che rubano un telefono cellulare? Dove finiscono questi telefoni? Le funzioni di ritrovamento sono utili davvero? A queste e a tante altre domande, der Meer cerca di dare una risposta con un documentario di 20 minuti disponibile già su YouTube.

Per realizzare il documentario, Anthony van der Meer ha però deciso di affidarsi ad un HTC One M7 e all’applicazione spyware Cerberus, che permette di rintracciare il telefono e di controllare in remoto qualsiasi cosa quando lo smartphone si collega online. Grazie a questo spyware, lo studente è stato anche in grado di ascoltare le chiamate e di leggere i messaggi inviati e ricevuti dal ragazzo che ha rubato il suo telefono. Con Find my Phone di Apple, van der Meer avrebbe solo potuto vedere la posizione del telefono ed effettuare altre operazioni di sicurezza, ma non “spiare” letteralmente il ladro. L’intento del documentario, invece, è proprio quello di capire cosa fanno i ladri di smartphone – siano essi iPhone o Android – una volta che il colpo è andato a segno. Tutto questo “spiare” è diventato quindi un documentario molto interessante, disponibile con sottotitoli in inglese .
Malgrado il suo intento fosse proprio quello, all’inizio van der Meer ha avuto difficoltà a farsi rubare il telefono: lo lasciava incustodito, faceva finta di dimenticarlo ma niente, tutte le persone che lo ritrovavano lo ricontattavano in qualche modo, malgrado ad Amsterdam vengano denunciati 17 furti di smartphone al giorno. Dopo quattro giorni a Rotterdam, finalmente qualcuno ha rubato l’HTC One M7 oggetto dell’esperimento.
Passati diversi giorni di calma piatta, van der Meer ha finalmente ricevuto una notifica da Cerberus: il ladro ha inserito nel telefono una SIM con numeri arabi. Con lo spyware, van der Meer ha potuto vedere anche le foto scattate con il suo telefono. Il ladro è stato così stupido da non aver nemmeno ripristinato il telefono o eliminato qualche app, tanto che Cerberus ha funzionato senza alcun tipo di problema. Tra le foto, non mancavano selfie del ragazzo.
van der Meer ha potuto anche ascoltare le telefonate tra il ladro e i suoi amici, tanto da sentirsi addirittura in colpa dopo qualche giorno, visto che il ladro paventava enormi difficoltà economiche ed era un senzatetto che non poteva permettersi nemmeno una ricarica. Un giorno, van der Meer non solo fa una ricarica a nome del ladro, ma lo chiama fingendo di aver composto un numero spagliato. Successivamente, van der Meer riesce anche a vedere in volto il ladro, ma a quel punto il documentario si conclude, almeno per ora. Lo spyware è ancora attivo, e non è esclusa una seconda “puntata” di questo filmato…