L’ISIS utilizza app crittografate per gestire la tratta delle schiave sessuali

L’ISIS utilizza una serie di dispositivi cifrati per pianificare e coordinare gli attacchi terroristici in tutto il mondo, ma le ultime indagini hanno confermato che alcune app crittografate vengono utilizzate per un fine orribile: gestire la tratta delle schiave sessuali.

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Se per organizzare gli attacchi terroristici vengono utilizzati sofisticati sistemi di sicurezza, per la tratta delle schiave per scopi sessuali l’ISIS ritiene che basti sfruttare un’app come Telegram, dotata di un elevato sistema di crittografia. L’app viene utilizzata dai membri dell’ISIS per vendere le ragazze a scopi sessuali, con ricavi di migliaia di dollari per ognuna di esse. Telegram è l’app preferita per gestire questo tragico mercato del sesso.

The Associated Press è riuscita a scovare uno di questi messaggi: “Vergine. Bellissima. 12 anni… il suo prezzo è di 12.500$ e sarà venduta immediatamente“. Si tratta di messaggi orribili, che purtroppo tra i membri dell’ISIS sono all’ordine del giorno: si stima che oltre 3.000 donne e ragazze minorenni siano tenute come schiave dall’ISIS e vendute per scopi sessuali tramite applicazioni per smartphone. Purtroppo, per le autorità è molto difficile scovare queste conversazioni, visto che vengono usate applicazioni crittografate come Telegram e, da qualche settimana, WhatsApp.

Martus Ra, portavoce di Telegram, ha dichiarato quanto segue: “La nostra app è molto popolare in Medio Oriente. Questo, purtroppo, include il fatto che alcune persone utilizzino l’app per scopi illegali, ma tantissime altre lo fanno rispettando la legge”. 

Più duro Matt Steinfeld, portavoce di WhatsApp: “Abbiamo tolleranza zero per questo tipo di comportamenti e disabilitiamo gli account quando abbiamo le prove che qualcuno sta violando i nostri termini di utilizzo. Incoraggiamo gli utenti ad utilizzare gli strumenti di reporting quando scoprono gruppi o conversazioni private illegali”. 

Situazioni di questo tipo mettono ancora una volta in luce il problema annoso tra il rispetto della privacy dei singoli utenti e la sicurezza globale.

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