La NSA rivela perchè non ha sbloccato l’iPhone 5c di “San Bernardino”

Torna a far discutere il caso San Bernardino, che per mesi ha visto scontrarsi tra di loro Apple ed FBI, con la prima pronta a difendere il diritto alla privacy dei propri clienti, e la seconda disposta a tutto pur di accedere ai dati presenti nell’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino. In questa vicenda, un protagonista che sorprendentemente si è tirato fuori dai giochi è l’NSA.

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In tanti si sono chiesti come mai l’FBI non abbia chiesto l’aiuto all’NSA per sbloccare il dispositivo, visto che questo ente governativo ha più volte “spiato” cittadini americani senza farsi troppi scrupoli. La risposta arriva oggi, direttamente dal vicedirettore dell’NSA Richard Ladgett: “Non abbiamo potuto aiutare l’FBI per un semplice motivo: l’iPhone 5c era ed è un dispositivo talmente poco diffuso che non era mai stato necessario in passato lavorare su un suo sblocco. In pratica, non abbiamo mai avuto bisogno di accedere ai dati di questo modello, quindi non eravamo pronti per offrire assistenza immediata all’FBI, nè avevamo l’esigenza di studiare dei metodi per effettuare l’hack”. 

Insomma, per l’NSA l’iPhone 5c era un terminale poco interessante, che mai era entrato nei loro radar in passato. Non essendo quella di San Bernardino una vicenda legata direttamente all’NSA, ecco piegato il motivo del mancato aiuto all’FBI. Il vicedirettore ha anche spiegato che l’NSA ha poche risorse e per questo si concentra su pochi dispositivi, senza lavorare all’exploit di ogni modello sul mercato.

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