iPhone contro tutti: la ricetta per battere la concorrenza del 2013

HTC One, Xperia Z e adesso anche il Galaxy S4. Il 2013 è iniziato all’insegna del mondo Android e HTC, Sony e Samsung sembrano fare sul serio quest’anno. Samsung non è una sorpresa, dato che già con il precedente “S” della serie Galaxy, l’azienda si era imposta come leader del settore Android per numero di vendite, mentre HTC e Sony, da sempre aziende al top nel settore della telefonia, potrebbero rubare la scena, con i rispettivi telefoni, sia a Samsung che a Apple. Ed è proprio di Apple e del suo iPhone che parleremo in questo articolo, soprattutto dopo aver visto le recenti proposte della concorrenza che, a detta di tutti, ha ormai raggiunto (e per alcuni anche superato) il Melafonino in termini di funzionalità messe a disposizione dell’utente finale. Come può l’iPhone tornare ad essere considerato lo smartphone per eccellenza nel 2013? Quali “ingredienti” dovrà usare Apple per migliorare ulteriormente il suo prodotto di punta? Cerchiamo di capirlo.

iPhone contro tutti

Nel 2007, quando fu presentato il primo iPhone, Steve Jobs dichiarò che il telefono di Apple possedeva, al momento dell’annuncio, un vantaggio su qualsiasi altro smartphone di circa 5 anni, periodo di tempo che, visto a posteriori, era stato perfettamente azzeccato dall’ex CEO e co-fondatore di Apple. Sono passati più di cinque anni dalla presentazione dell’originale iPhone (il modello 2G che abbiamo rispolverato per un confronto con l’ultimo iPhone 5) e tante cose sono cambiate in questi anni nel mondo della telefonia.

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Prima del primo iPhone, gli smartphone avevano ben poco di “smart” e oggi potrebbero essere considerati dei semplici prototipi di ciò che lo smartphone è poi diventato. Quasi tutti gli smartphone del 2007 possedevano una tastiera fisica che rubava spazio (tanto spazio) allo schermo che risultava piuttosto piccolo e poco adatto alla navigazione in rete o alla lettura delle mail. Con l’iPhone cambiò tutto: schermo grande e controlli touch, caratteristica che fu poi ripresa sempre da più smartphone, tanto da diventare una caratteristica di base di quasi tutti gli smartphone dell’era moderna (ci pensate ad utilizzare uno “smartphone” del 2013 senza touchscreen e con tastiera fisica?).

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Oltre alle caratteristiche innovative, il primo iPhone veniva presentato in un periodo dell’anno totalmente diverso rispetto all’attuale tempistica: a gennaio. Aspetto da non sottovalutare, dato che Apple anticipò le proposte della concorrenza che rimase a guardare a bocca aperta ciò che Steve Jobs e i suoi uomini avevano tirato fuori dal cilindro. L’attesa (eccessiva) per il lancio del primo iPhone contribuì a creare attesa intorno al terminale. La strategia era quella giusta e diede i suoi frutti: Apple stava entrando in un mercato inesplorato in precedenza e in cui militavano da tempo aziende del calibro di Nokia, all’epoca leader nel settore della telefonia. Si lavorò in silenzio, lontano (quasi) dai rumors e dai vari “leak” che oggi popolano il web quando ci si avvicina al rilascio di un aggiornamento della linea iPhone. Dal nulla uscì il primo iPhone, e fu subito un trionfo per l’azienda della mela morsicata.

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Oggi la situazione è molto diversa: i cinque anno di vantaggio che aveva inizialmente l’iPhone sulla concorrenza non ci sono più. Android è cresciuto molto velocemente, grazie anche alla sua natura “open”, e le aziende – tra cui, appunto, Samsung, HTC e Sony – continuano a migliorare i propri telefoni con una serie di innovazioni hardware e personalizzazione del software. Dall’altra parte abbiamo Microsoft che con Windows Phone è riuscita ad invertire la propria tendenza – che consisteva nello sviluppo di una versione di Windows “classico” rimpicciolita per gli smartphone – e a creare partnership importanti come quella con Nokia che, grazie alla serie Lumia, è tornata a far sentire il fiato sul collo a tutti i diretti avversari.

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Se a questo si aggiunge il fatto che Apple sembra essersi un attimo adagiata sugli allori, allora è chiaro che il quadro attuale, in previsione futura, non sorride più di tanto ad Apple. Certo, ci si può sempre consolare guardando i dati di vendita: ad oggi l’iPhone resta lo smartphone più venduto di sempre (anche più della serie Galaxy) e l’ultimo modello, l’iPhone 5, sta battendo ogni record di vendita fatto registrare in precedenza. In particolare, iPhone 5 e iPhone 4S sono stati gli smartphone più venduti nell’ultimo trimestre del 2012. Ma quanto ci si può accontentare di questi dati?

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È indubbio che parte dell’utenza iPhone (una parte relativamente piccola, se si pensa a quanti utenti utilizzano il Melafonino solo per le sue funzioni di base) sia attualmente insoddisfatta dell’operato di Apple. Non tanto per quanto riguarda la qualità complessiva dei suoi prodotti – che resta ineguagliabile per molti dei competitor in circolazione – ma per la carenza di vere e proprie innovazioni nella serie iPhone. Innovazioni (e rivoluzioni) a cui Apple ci aveva, appunto, abituato sin dal primissimo iPhone. Innovazioni che sono proseguite con iPhone 3G e con iPhone 4, bloccandosi negli ultimi due anni. Ed è proprio in questi due anni che, secondo analisi del tutto discutibili, Apple avrebbe smesso di essere “cool” in favore proprio di Samsung e delle altre aziende del settore. Perché sono analisi del tutto discutibili? Lo sono perché, in questo caso, sono i dati a dimostrare il contrario. Di sicuro, però, come dicevamo già in precedenza, Apple ha perso un bel po’ di vantaggio sulla concorrenza ed è normale che gli utenti “power” e i più affezionati si sentano in parte delusi dagli ultimi iPhone. Chiariamoci: all’iPhone non manca nulla o quasi. Probabilmente Apple potrebbe continuare a vendere iPhone su iPhone senza apportare modifiche essenziali ai telefoni. Ma questo è marketing e non ha nulla a che fare con l’obiettivo dichiarato in modo ossessivo da Apple: creare i migliori prodotti possibili di anno in anno. All’iPhone manca quella freschezza che lo ha contraddistinto fino, almeno, al 2010 lo rendeva lo smartphone più interessante in commercio, sia per il design, sia per l’hardware che per il sistema operativo.

Ed è proprio il sistema operativo uno dei punti di discussione dell’articolo di oggi: l’hardware è relativo, si sa. Lo si vede tra PC e Mac: i computer di Apple hanno sempre risorse sulla carta meno “prestanti” ma poi, nella pratica, garantiscono una fluidità d’uso e una semplicità di accesso alle informazioni che tutt’oggi è del tutto estranea a molti PC. Stesso discorso per l’iPhone: con un sistema come iOS, l’iPhone può permettersi di avere delle caratteristiche tecniche anche inferiori a quelle di un dispositivo Android. L’iPhone è sempre stato indietro (sulla carta) da questo punto di vista, ma chissà perché viene ancora oggi preso come punto di riferimento quando si parla di fluidità dell’OS. Lo snodo è il seguente: l’iPhone deve ringiovanire dentro. iOS non è più il “sistema operativo mobile più avanzato al mondo”, come lo definisce Apple. Potrà essere il più accessibile, quello con più applicazioni nel relativo store, quello più carino esteticamente (e questo è anche soggettivo) ma di sicuro Android ha superato, in termini di funzioni, Apple e il suo unico smartphone.

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L’hardware dell’iPhone 5 dovrebbe essere più che sufficiente per supportare, con iOS 7, alcune nuove caratteristiche che farebbero gola ai tantissimi utenti iOS e potrebbero colmare il gap con la concorrenza: di sicuro servirebbe rivedere completamente l’interfaccia della Home, magari introducendo degli effetti animati o un nuovo Multitasking, più completo e efficiente. Si potrebbe anche pensare – sarebbe ora – ad introdurre dei widget nella Home e, magari, a consentire agli sviluppatori di pubblicare su App Store i propri widget da integrare con quelli nativi dell’iPhone. Ci sono poi delle soluzioni software che richiedono un riscontro nell’hardware: la più importante (e quella che spero di trovare quanto prima su iPhone) è l’NFC, utilissima funzione che permette pagamenti elettronici, scansione di informazioni e tanto altro direttamente dagli smartphone. Anche una ricarica wireless pensata da Apple – non come quelle dei competitor, macchinose e ancora piuttosto acerbe -sarebbe gradita in un prossimo iPhone e in una prossima versione di iOS. Ma più fantastichiamo e più ci allontaniamo dalla realtà. In ogni caso sembrerebbe che Apple abbia già preso provvedimenti in questo senso, decidendo di allontanare l’ex presidente della sezione iOS, Scott Forstall, ritenuto responsabile del recente “decadimento” di iOS. Adesso toccherà a Jony Ive, storico designer di Apple, sorprendere gli Apple-users.

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Nonostante l’idea di un iPhone 5S nel 2013 possa funzionare, solo se abbinata a dei miglioramenti sostanziali di iOS, Apple deve comunque stare molto attenta alle mosse della concorrenza. L’ideale sarebbe saltare una generazione di “S” (anche perché, dopo “Speed” per iPhone 3GS e “Siri” per iPhone 4S, quale potrebbe essere la “S” del settimo iPhone?) in favore di un modello completamente nuovo, magari dotato di uno schermo ancora più grande rispetto a quello dell’iPhone 5 (che in tal caso verrebbe visto come un modello di necessaria transizione). Personalmente non amerei più di tanto un iPhone con display da 4.5/5 pollici (la concorrenza – Samsung, HTC, Sony – è su questi standard) ma è ciò che chiede il mercato, ciò che chiede la gente. Il cambiamento di display porterebbe inevitabilmente ad un cambio di design. Nonostante avessi sostenuto (trovando riscontro) che il design dell’iPhone 5 non sarebbe stato più di tanto diverso da quello dei precedenti iPhone, ponendo particolare attenzione alla necessaria presenza di una cornice laterale, adesso si potrebbe riaprire il discorso: il design, ci insegna la stessa Apple, è importantissimo per un prodotto. L’iPhone 5 è perfetto per il suo form-factor, molto più riuscito rispetto a quello di un iPhone 4/4S. C’è da chiedersi, però, se si può fare ancora di meglio. La risposta – in parte data da HTC con One – è affermativa. Personalmente spero che Apple sia disposta a rinunciare alla celebre cornice laterale in un prossimo iPhone, magari tornando ad arrotondare i bordi del telefono esattamente come su iPod touch di quinta generazione o iPad mini. D’altronde è oggettivo: i vecchi iPhone, iPhone 3G e iPhone 3GS stanno meglio in mano di tutti i modelli successivi.

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E che dire dell’impermeabilità? Di sicuro anche l’iPhone 5S potrebbe essere impermeabile (il 2013 ha già visto tantissimi dispositivi impermeabili, tra cui proprio l’Xperia Z di Sony, senza dubbio lo smartphone impermeabile più interessante di tutti) ma un cambiamento del genere potrebbe essere riservato proprio per un telefono più “importante” come un iPhone completamente nuovo, anche se Apple continua a sembrare disinteressata a questa tecnologia, tanto da aver aggiunto nuovi sensori nell’iPhone 5 per rilevare l’ingresso di liquidi nel telefono. Scelta non bellissima, quest’ultima, in un mercato che si sta lentamente preparando ad accettare l’idea degli smartphone resistenti ai liquidi: da una parte abbiamo aziende come Sony che investono in questo campo per evitare ai clienti il fastidio di dover buttare, o comunque riparare a proprie spese, un telefono quando questo viene a contatto dai liquidi; dall’altra abbiamo Apple che, invece, incrementa la “sorveglianza” per negare l’assistenza gratuita per quei telefoni che sono entrati in contatto con i liquidi, anche quando magari il problema segnalato e il liquido “ingerito” dall’iPhone non hanno alcuna correlazione.

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Saltando un “iPhone 5S” e passando subito ad un “iPhone 6“, Apple potrebbe ridisegnare completamente il suo telefono (cosa che non risulterebbe coerente per un “5S”), rivedere molte caratteristiche hardware che altrimenti sarebbero difficili da toccare (ad esempio, rimuovere il tasto Home fisico e sostituirlo con uno tattile) e migliorare, grazie ad un nuovo design, il display, ingrandendolo o semplicemente allargandolo per evitare l’effetto “telecomando”.

Per tornare ad essere il numero uno nel settore della telefonia, all’iPhone servono questi cambiamenti e poco altro. Tutte modifiche assolutamente alla portata di Apple e che non stonano affatto con la filosofia dell’azienda. Una ricarica wireless del telefono è in pieno stile Apple, dato che risulterebbe più semplice alimentare la batteria del telefono senza ricorrere a cavetti e adattatori da muro; l’NFC è una soluzione che ben si sposa con l’intuitività di iOS (decisamente più di Passbook, piccolo ‘fail’ di iOS 6, almeno per ora); un iOS più dinamico, con effetti nella Home (Samsung regna in questo campo) e magari sfondi animati, non sarebbe molto diverso dalle prime versioni di OS X, che si distinguevano dai sistemi operativi concorrenti proprio per la maggiore interattività e per i vari “effetti speciali” introdotti da Apple.

Insomma, tutte queste soluzioni sono certamente alla portata di Apple e siamo sicuri che a Cupertino si stia già muovendo qualcosa in questo senso. Adesso bisognerà aspettare prima iOS 7 – la cui presentazione, in base alle solite tempistiche di Apple, dovrebbe avvenire alla World Wide Developer Conference che si tiene ogni anno a giugno – e poi, chissà quando, il prossimo iPhone. C’è chi sostiene che il successore dell’iPhone 5 sarà presentato in linea con i tempi, ossia solo a fine anno, e chi invece suggerisce un rilascio anticipato del terminale, con presentazione in estate, magari proprio a giugno, assieme al nuovo iOS, come è accaduto fino al 2010.

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