Apple rimuove Clueful, app di Bitdefender per il monitoraggio della privacy

Nella giornata di ieri vi abbiamo parlato di uno studio riportato da Bitdefender in cui si dichiarava come il 19% delle applicazioni accedessero ai contatti sull’iPhone. Ora, stando ad AppleInsider, l’applicazione Clueful è stata rimossa da App Store.

Tutto si può dire tranne che sia un momento particolarmente sereno per Apple, almeno in termini di privacy e sicurezza dei dati sui dispositivi dei propri utenti. Dopo le informazioni riportate nella giornata di ieri, pare che l’azienda di Cupertino abbia provveduto a rimouovere Clueful, applicazione che consentiva il monitoraggio della privacy degli utenti, dall’App Store. L’app, approvata circa dui mesi fa, è stata creata da Bitdefender così da indirizzare la mancanza di informazioni sulla privacy delle applicazioni di iOS e scansionava gli altri programmi installati sul device monitorando i permessi richiesti così da riuscire effettivamente a conoscere in che modo venissero gestiti i dati privati.

Bitdefender, che non ha saputo spiegare il motivo della rimozione da App Store, ha dichiarato:

I possessori di iPhone devono sapere quali applicazioni, installate sul dispositivo, stiano usando i loro dati personali in modi che non siano preventivati.

Nel tempo in cui Clueful è stata disponibile su App Store è stata fatta un’analisi di oltre 65.000 applicazioni che, stando a quanto riportato dalla software house, ha restituito risultati piuttosto preoccupanti in merito alla criptazione dei dati personali. Stando a quanto riportato da Bitdefender, ad esempio, il 42.5% delle applicazioni non criptano i dati personali durante l’invio ai server off-site, mentre il 41.4% traccia la localizzazione dell’utente senza che questi abbia dato il proprio esplicito consenso e che ne sia a conoscenza. Per quanto riguarda quest’ultimo problema, tuttavia, Apple ha tentato di rimediare introducendo un’icona sulla status bar che indichi la presenza di un’app che stia usando i servizi di localizzazione.

Circa il 20% delle applicazioni analizzate aveva la possibilità di caricare l’intera lista dei contatti di un dispositivo iOS senza che l’utente fornisse il proprio permesso; proprio la raccolta dei contatti è stata al centro di uno scandalo nel mese di febbraio, quando Path, nota applicazione, venne scoperta a raccogliere informazioni sui contatti di nascosto.

Apple sembra comunque lavorare per migliorare costantemente la situazione, ed infatti è solo di ieri la notizia dell’introduzione di identificatori unici nelle ricevute degli acquisti in-app per contrastare l’exploit di un hacker russo, negli ultimi giorni al centro dell’attenzione di tutti per la pubblicazione di un metodo in grado di consentire a chiunque scaricare gratuitamente qualsiasi contenuto in-app anche senza il jailbreak. Nonostante non sia chiaro se questo sistema utilizzi gli UDID dei dispositivi, Apple ha iniziato a respingere le applicazioni che ne facevano uso già da febbraio, così da rafforzare la sicurezza della privacy degli utenti.

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