Vitamin K, iCarbs e iFiber: perché sapere quello che mangiamo è importante, a volte vitale! – la recensione di iPhoneItalia

Sapere quello che mangiamo e, di conseguenza, regolare adeguatamente la nostra dieta è notoriamente importante -anche se non sufficiente- per garantirsi una vita sana; esistono alcuni nutrienti che sono ricchi di effetti benefici come le fibre ma soprattutto vi sono alcune categorie di persone che hanno assoluta necessità di controllare con precisione quali e quanti nutrienti assumono quotidianamente con la loro dieta; oltre agli sportivi, ai body builder o ai fanatici della forma fisica che lo fanno per scelta, per avere un regime dietetico più sano, ci sono persone che necessitano di questo controllo perché affette da malattie come il diabete o perché sottoposte a particolari terapie. Ebbene, le tre applicazioni che vi vogliamo presentare oggi sono ideate proprio per venire in aiuto di chi deve o semplicemente vuole avere un controllo molto preciso sulla sua assunzione con la dieta di vitamina K, carboidrati e fibre.

Come anticipato, iFiber permette di quantificare con precisione la quantità di fibre che assumiamo durante il giorno con i vari alimenti o bevande, Vitamin K offre invece un monitoraggio della vitamina K, utile -o meglio- fondamentale per chi è in terapia con alcuni tipi di farmaci che necessitano una assunzione constate di tale vitamina (il farmaco in questione è il Coumadin) e da ultimo iCarbs riguarda il contenuto in carboidrati dei vari alimenti ed è pensato specificatamente per i soggetti diabetici.

Mentre la seconda e la terza sono estremamente specifiche e solo chi veramente coinvolto potrà apprezzarne l’utilità (perché diabetico od in terapia con Coumadin) la prima è invece indirizzata ad un pubblico molto più vasto -potenzialmente tutti- costituiti da coloro che vogliono garantirsi un regime dietetico più sano.
Le tre applicazioni sono progettate e strutturate tutte nello stesso modo, differenziandosi solo per il nutriente (vutamina K, fibre o carboidrati) e adesso andiamo a vedere come sono.

Una volta aperta, l’applicazione ci presenta una esaustiva e comprensibile (seppur breve) guida riguardo il nutriente (siano le fibre, i carboidrati o la vitamina K), in quali alimenti questo si trova e perché questo nutriente è così importante; segue una guida (comprensibile e ben fatta) su come utilizzare l’app ed il diario personale nel quale sarà possibile per ognuno registrare tutto ciò che viene assunto giornalmente con la dieta.

L’aspetto principale della applicazione è la sua banca dati di alimenti e bevande; questi sono suddivisi in sette categorie che sono: fast food, frutta e verdura, carne e pesce, uova e latticini, pasta e cereali, dolci e snacks; la ricerca di un alimento all’interno di ogni categoria avviene solo grazie alla disposizione in ordine alfabetico con la colonna delle lettere posta alla destra del display (un po’ come per la rubrica dei contatti) ma senza il campo di ricerca; questa soluzione senza il campo di ricerca in effetti è decisamente scomoda specie se associata al fatto che il database è disponibile solamente in inglese e quindi non sempre avremo ben chiaro il nome inglese di un determinato alimento. Il campo di ricerca è disponibile unicamente se, invece di cercare all’interno delle singole categorie, decidiamo di cercare il nostro alimento spulciando l’intero database.

L’applicazione poi presenta anche un secondo tipo di classificazione; oltre alla categoria alimentare, ogni singola voce del database è classificata anche in base al contenuto in fibre, carboidrati o Vitamina K (ovviamente uno per ogni singola app). Per questa suddivisione lo sviluppatore ha scelto la soluzione di assegnare colori più chiari agli alimenti che contengono poco nutriente e colori sempre più scuri a quelli che ne sono ricchi; in questo modo è sufficiente un colpo d’occhio per farsi una idea del contenuto di ciò che stiamo per mangiare o bere.

In totale queste categorie sono nove e, come si vede anche dallo screenshot, la loro suddivisione è molto precisa e basata sul contenuto di nutriente espresso in peso per singola porzione. Questa seconda classificazione dunque distingue gli alimenti in una scala che va da quelli che hanno un contenuto estremamente alto in nutriente (ovviamente caratterizzai dal colore grigio scuro) sino a quelli che non ne contengono affatto (come ci si può immaginare, rappresentati dal cerchietto bianco).

Infine, andando sulla scheda del singolo alimento, ci vengono fornite alcune ulteriori informazioni utili sull’alimento stesso; avremo il peso medio della singola porzione; l’unità di misura usata in genere per quell’alimento (nell’esempio del pane imburrato sono le due fette, per altro avremo tazze, bicchieri, cucchiai o cucchiaini, il tutto pensato per rendere pratico e realistico il quantificare un alimento), quindi ci viene fornita la quantità di nutriente espressa in peso ed in percentuale, le calorie per porzione ed una breve descrizione dell’alimento.

Ultimo aspetto di queste applicazioni, probabilmente il più utile, è il registro personale che ci permette di tenere un diario particolareggiato e preciso delle quantità di nutriente che assumiamo giornalmente: quando decidiamo di aggiungere un alimento nel nostro diario, ci verrà chiesto di segnarne la quantità assunta e in questo frangente la soluzione scelta dallo sviluppatore ci è sembrata davvero intelligente; infatti non ci verranno richieste noiose pesate di ogni piatto ma la quantità verrà registrata sulla base di multipli o sottomultipli di una porzione standard (bicchiere, fetta, tazza, …); metodo altrettanto preciso ma sicuramente più comodo e pratico rispetto alla pesata. Ogni porzione che andremo a registrare nel diario verrà infine conteggiata in modo da avere la quantità di precisa di nutriente in peso assunta su base giornaliera.

In conlusione, stante l’indiscussa utilità, maggiormente per le due app che riguardano carboidrati e vitamina K e che si rivolgono a due categorie “speciali” di utenti, il vero limite di queste tre applicazioni è la loro localizzazione in inglese; non solo perchè rappresenta un ostacolo a causa di banali problemi di comprensione della lingua ma anche -e soprattutto- per le differenze tra quanto si trova sui banchi dei supermercati negli Stati Uniti ed in Italia; si tratta di un limite di fatto “culturale”, essendo evidente che l’app è stata progettata per una popolazione che mostra, rispetto a noi, notevoli differenze sul piano della cultura alimentare; e allora se per un americano sarà facilissimo individuare un alimento all’interno della enorme banca dati, un italiano, anche una volta che avrà superato l’ostacolo meramente linguistico, dovrà mettere un maggiore sforzo di ricerca per individuare una pietanza, o quella che più assomiglia a quella contenuta nell’applicazione; fortunatamente il database è davvero vasto e abbiamo l’impressione che con un po’ di pazienza l’ostacolo sia superabile, ciò non toglie che nel database incontreremo sicuramente alimenti che mai abbiamo sentito nominare, ed allo stesso tempo non troveremo (se non facendo delle similitudini) altre pietanze che invece consumiamo abitualmente e incontriamo normalmente nei nostri negozi.
Superato questo limite -culturale oltre che linguistico- le tre applicazioni sono davvero ricche di informazioni e di dati, e potranno risultare utili, se non utilissime, per il controllo dell’introito quotidiano di fibre, carboidrati o vitamina K ma anche solo per avere una idea più precisa di quali siano agli alimenti ricchi di questi nutrienti e quali invece ne sono privi. Certo, l’ideale sarebbe avere un database costruito su prodotti ed abitudini alimentari italiane, ma questo ancora non è possibile e quindi, come spesso capita, dovremo accontentarci.

Se siete interessati all’acquisto di queste applicazioni la trovare su App astore seguendo questi link –iCarbsiFiberVitamin K– ognuna al prezzo di 1,59 euro.

 

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