Apple, datti una mossa… Siri è ormai superata!

Anche se Siri è facile da utilizzare e migliora nel tempo, le sue funzionalità sembrano tristemente limitate se confrontate con altri assistenti virtuali come quelli di Google e Amazon. Alla conferenza I/O, ad esempio, Google Assistant ha dato un’assaggio di come deve essere un assistente virtuale avanzato…

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Il problema con Siri è duplice: in primo luogo, Apple ha fatto un lavoro davvero mediocre nell’informare gli utenti sulle funzionalità di Siri. Spesso, Apple effettua degli aggiornamenti lato server del suo assistente virtuale, senza però informare nessuno e lasciando ai blog di settore la facoltà di scoprire le nuove funzionalità e di informare gli utenti. In secondo luogo, Siri progredisce molto più lentamente rispetto alla concorrenza.

Vale la pena notare anche un altro aspetto, e cioè che molti membri originali del team Siri acquisito da Apple anni fa hanno lasciando l’azienda, a seguito di disaccordi sulle nuove funzionalità da implementare. E proprio alcuni ingegneri di quel team, alcuni giorni va hanno presentato Viv, un nuovo assistente virtuale dalle funzionalità uniche: l’elaborazione del linguaggio naturale ed altre funzioni avanzate fanno sembrare Siri antiquata. Siri è infatti in grado di gestire solo le query relativamente semplici, mentre Viv è stato progettato per comprendere richieste molto più complesse e in tempo reale. Solo per fare un esempio, Viv è in grado di dirvi se pioveva a New York 5 giorni fa, mentre Siri non riesce a dirvi nemmeno se pioveva ieri. Ancora, Viv supporta altre query come:

  • Domani farà più caldo di oggi nei pressi del Golden Gate?
  • Trovami un volo per Dallas con un sedile nel quale starebbe comodo anche Shaquille O’Neal

Anche il nuovo Google Assistant sembra di gran lunga superiore a Siri, soprattutto nella gestione di queste query complesse. Ad esempio, l’utente può chiedere di vedere l’elenco di tutti i film in programmazione nei cinema vicini, magari aggiungendo di “voler portare i figli“: a quel punto, Assistant mostrerà soltanto i film in programmazione adatti ai più piccoli. Un altro esempio? Un utente che si trova ai piedi della Statua della Libertà può chiedere “chi ha progettato questa struttura”, e Google Assistant sarà in grado di controllare la posizione esatta dell’utente, per fornire poi l’informazione richiesta.

Siri non sembra nemmeno lontanamente vicina a questi risultati. Uno dei problemi è che Apple, per sua volontà, vuole tutelare al massimo la privacy dei suoi utenti. Il guaio è che più utilizziamo un assistente virtuale su di noi, più questo diventerà utile. Ma se Apple “vieta” a Siri di conservare diversi dati personali, allora diventa impossibile per l’assistente virtuale “imparare” le nostre abitudini. Google non si fa alcun problema sotto questo punto di vista. Dato che Apple non fa soldi con la pubblicità e non ha interessi finanziari nel conservare i dati degli utenti, molte di queste informazioni rimangono salvate in locale e non sono accessibili dall’azienda. Certo, ci sono però altre info che Apple conosce e che, però, Siri non sfrutta a dovere. Ad esempio, chi usa Apple Pay deve memorizzare la propria carda di credito, e allora perchè non permettere di chiedere a Siri di prenotare un biglietto per il cinema o di contattare Uber per far arrivare un’auto?

Apple potrebbe anche rilasciare delle API dedicate a Siri, per consentire agli sviluppatori di integrare l’assistente virtuale nelle app terze. Qualcosa potrebbe sicuramente cambiare. Per ora, non ci resta che sperare nella WWDC per vedere qualche novità dedicata a Siri…

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