L’italiana I’m SpA non ce l’ha fatta… troppo forte la concorrenza di Samsung, Pebble e ora anche di Apple. Da oggi I’m Watch, uno dei primi smartwatch ad entrare in commercio alcuni anni fa, non sarà più disponibile sul mercato. A riportare la notizia è il Corriere.it.
Quando si parla di fallimenti non è mai bello, e lo è ancora meno quando questi fallimenti riguardano un’azienda tutta italiana che, tra le prime, ha avuto il coraggio di lanciare sul mercato un vero e proprio smartwatch. Stiamo parlando di I’m Watch, dispositivo collegabile non solo all’iPhone, ma anche ai terminali di altre piattaforme, Android compresa. Tempo fa anche noi parlammo di questo prodotto e lo definimmo interessante, anche se non privo di importanti difetti. Difetti che potevano essere corretti con l’esperienza e un po’ tempo, ma che nulla hanno potuto contro l’arrivo sul mercato di giganti come i vari Samsung Gear e Apple Watch.
La I’m SpA fu fondata da Manuel Zanella e Massimiliano Bartolini, grazie all’aiuto finanziario di Ennio Dorsi che fin da subito credette in questo progetto.
Gli inizi furono davvero promettenti: nel 2012, pochi giorni dopo il lancio dello smarwatch, furono raccolte oltre 10 mila prenotazioni, per un prezzo base di 350 euro. In quel periodo c’erano anche versioni “di lusso”, com modelli preziosi che arrivavano a costare anche 13 mila euro e che furono ordinati da alcuni magnati russi e arabi.
Dopo questo inizio con il botto, l’azienda riuscii a ricevere ordinativi da oltre 120 paesi del mondo, con proiezioni che arrivavano a 50.000 unità vendute entro la fine del 2012 e a 200.000 entro la fine dell’anno successivo. Il bilancio 2013, invece, è stato disastroso, con vendite che non hanno superato i 4,2 milioni di euro tanto da avere perdite pari alla stessa cifra.
A poco è servito essere arrivati primi sul mercato e aver presentato uno nuovo modello (Jewel) più ricercato ed elegante.
La I’m SpA ha voluto salutare i suoi clienti con un ultimo comunicato:
Siamo stati i pionieri ma in uno scenario di forte competizione con multinazionali planetarie si dimostra ancora una volta che chi per primo si muove in un determinato settore innovativo spesso non riesce a diventare il player di riferimento del mercato. Peccato, perché i piani di marketing erano ben definiti ed eravamo pronti ad un lancio in grande stile