
Apple ha chiuso il quarto trimestre fiscale 2025 (che coincide con il terzo trimestre solare) con numeri che raccontano bene due cose: la spinta iniziale della gamma iPhone 17 è stata superiore alle attese e il business dei Servizi ormai è un pilastro che cresce anche quando l’hardware fa già numeri enormi.
I ricavi si sono attestati a 102,5 miliardi di dollari, l’utile netto a 27,5 miliardi di dollari, pari a 1,85 dollari per azione diluita.
Rispetto allo stesso periodo del 2024, quando Apple aveva registrato 94,9 miliardi di ricavi e 14,7 miliardi di utile, il balzo è evidente. Ma c’è un dettaglio da non dimenticare: un anno fa il conto economico era stato appesantito da un onere fiscale straordinario in UE da 10,2 miliardi di dollari. Senza quella voce una tantum, l’utile per azione sarebbe stato 1,64 dollari e il confronto con l’attuale 1,85 dollari risulta più lineare.

Il margine lordo è salito al 47,2% (era 46,2% un anno fa), segno che il mix prodotti/servizi e la disciplina sui costi stanno funzionando. Contestualmente, Apple ha annunciato anche il solito dividendo trimestrale di 0,26 dollari per azione, pagabile il 13 novembre agli azionisti registrati al 10 novembre.
Apple parla esplicitamente di record di settembre su tre fronti:
- Ricavi complessivi
- Ricavi da iPhone
- Utile per azione
A questi si aggiunge un record assoluto per i Servizi.
Il commento di Tim Cook va letto proprio in questa chiave: il trimestre ha beneficiato del lancio congiunto di una gamma molto ampia. Sono arrivati iPhone 17, iPhone 17 Pro, iPhone 17 Pro Max e iPhone Air, i nuovi AirPods Pro 3, la nuova lineup di Apple Watch.
Sui 12 mesi, Apple ha messo a segno 416,2 miliardi di dollari di ricavi e 112 miliardi di utile netto, contro i 391 miliardi di ricavi e 93,7 miliardi di utile dell’anno fiscale 2024. Si tratta dei migliori risultati di sempre per la società, superiori anche ai picchi del 2022. È un’informazione importante perché indica che la fase in cui molte big tech hanno rallentato dopo l’ondata pandemica è stata assorbita: iPhone continua a trainare, ma adesso c’è una quota crescente che arriva da abbonamenti, servizi di pagamento, contenuti e licenze.
Il dato che circola da settimane a Wall Street e che qui trova conferma è che la divisione Services non è più una voce “secondaria” accanto all’iPhone, ma un business che, da solo, vale più del fatturato annuo di aziende come Disney o Tesla.
Nel trimestre di settembre Apple parla di all-time record per i servizi: App Store, iCloud, Apple TV, Apple Music, AppleCare, pubblicità, licenze. È un modello sano perché fa leva sulla base installata: ogni iPhone attivo è un potenziale abbonamento. E quando chi compra il nuovo iPhone 17 passa il vecchio a un familiare, Apple guadagna potenzialmente due utenti servizi senza dover vendere due iPhone.
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