
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Ruoming Pang, responsabile del team Apple che sviluppa i modelli linguistici fondamentali (foundation models), ha accettato l’offerta di Meta. Un’offerta da decine di milioni di dollari all’anno.
La notizia non rappresenta un segnale forte della corsa all’oro dell’AI che le big tech stanno combattendo in questo momento. E, purtroppo per Apple, è anche la conferma che a Cupertino qualcosa si è incrinato sul fronte dell’intelligenza artificiale.
Chi è Ruoming Pang e perché la sua partenza pesa così tanto
Pang era a capo di un team di circa 100 ingegneri incaricato di costruire i modelli linguistici alla base delle novità AI annunciate da Apple negli ultimi mesi. Parliamo di funzionalità come Apple Intelligence, il nuovo set di strumenti smart integrato in iOS 18, riassunti automatici delle email e le notifiche Prioritarie.
E ovviamente, la tanto attesa evoluzione di Siri basata su modelli generativi
Tutte queste funzioni si basano proprio sui modelli sviluppati dal team di Pang. E ora che lui ha fatto le valigie per unirsi a Meta, c’è il rischio concreto di una fuga di cervelli da parte di altri ingegneri, già attratti da offerte simili provenienti da aziende come OpenAI, Anthropic e Scale AI.
Meta punta tutto sull’intelligenza artificiale
Meta sta offrendo pacchetti retributivi astronomici per attrarre i migliori talenti AI. Non è la prima volta che un colosso tech investe così pesantemente sulle risorse umane, ma in questo caso la strategia è chiara: acquisire competenze interne per rafforzare i propri LLM (Large Language Models) e non dipendere da fornitori esterni.
Una mossa che diventa ancora più significativa se si considera che Meta, a differenza di Apple, ha già lanciato pubblicamente diversi modelli open source nel campo dell’intelligenza artificiale, tra cui Llama 3.
E Apple?
Secondo indiscrezioni, Apple sta valutando seriamente l’integrazione di tecnologie sviluppate da OpenAI o Anthropic per la futura versione generativa di Siri, abbandonando almeno in parte i propri modelli interni. Una scelta che, inevitabilmente, avrebbe demoralizzato il team di Pang, già provato dai ritardi accumulati nel 2024.
Basti ricordare che le funzioni AI di Apple Intelligence, annunciate alla WWDC 2024, sono state rinviate. Da lì, è partita una ristrutturazione interna dei team AI, ora supervisionati da Craig Federighi (responsabile software) e Mike Rockwell, noto per aver guidato lo sviluppo di Vision Pro.
Il passaggio di Ruoming Pang a Meta è quindi uno scossone importante per Apple. Non solo perché si tratta di un dirigente chiave con una visione strategica sui foundation models, ma perché indica chiaramente che l’AI è diventata una guerra di talenti, non solo di tecnologia.
Apple si trova in una posizione delicata: ha l’hardware, ha l’ecosistema, ma sta rincorrendo nel campo dell’intelligenza artificiale. E per colmare il gap con Google, Meta e OpenAI, serviranno non solo investimenti, ma una cultura aziendale capace di trattenere i suoi migliori ingegneri.