Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Apple e Google hanno assunto diversi lobbisti per cercare di fermare le proposte di legge in Arizona, Meryland e Virginia che potrebbero aprire le porte ad app store terzi su iOS.

Dalla privacy online e le pubblicità digitali, fino alle tariffe degli app store, diverse proposte di legge negli Stati Uniti stanno aprendo una nuova frontiera per limitare il potere delle più grandi aziende tech.
Tra le proposte che potrebbero essere approvate a breve, abbiamo l’emendamento HB2005 dell’Arizona che impedisce alle aziende i cui download superano un milione di unità di richiedere specifici sistemi di pagamento in-app come unico modo per accettare pagamenti. L’emendamento vieta inoltre alle aziende di rivalersi contro i produttori di app che utilizzano un sistema di pagamento di terze parti. Il testo originale includeva anche le console da gioco, ma alla fine la Camera ha deciso di escludere le aziende che offrono i propri store sulle console.
Apple ha quindi deciso di assumere nuovi lobbisti nei vari stati interessati per cercare di fare pressione sui rappresentanti locali ed evitare che queste proposte diventino esecutive. Un portavoce dell’azienda si è limitato a dire che “Apple ha creato l’App Store per dare vita a un luogo sicuro e affidabile in cui gli utenti possono scaricare le app che amano e grazie al quale gli sviluppatori hanno grandi opportunità di guadagno. Questa legislazione minaccia di rompere quel modello di grande successo e minare le forti protezioni che abbiamo messo in atto per i clienti“.
Se questo disegno di legge venisse approvato in Arizona, gli sviluppatori potrebbero utilizzare sistemi di pagamento di terze parti su App Store, evitando la commissione dal 15 al 30 percento prevista da Apple.