Un gruppo che si occupa di diritti umani ha detto che Apple deve agire tenendo conto delle forti probabilità che in alcune regioni della Cina le minoranze uigure vengano maltrattate e costrette al lavoro forzato.

Questa orribile prospettiva è stata sollevata per la prima volta a marzo, e da allora ha portato alle indagini ufficiali dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) e dal Congresso degli Stati Uniti.
Sebbene nessuno dei rapporti fornisca prove concrete del coinvolgimento di uno dei fornitori Apple in queste pratiche, la coalizione sostiene che i produttori dovrebbero comunque rischiare di sbagliare e di essere fin troppo cauti, tenendo conto delle forti probabilità che tutte le strutture che operano nella regione dello Uyghur in Cina violano i diritti umani contro i musulmani uiguri.
Le indagini hanno scoperto che migliaia di uiguri sono stati trasferiti a lavorare in varie fabbriche in tutta la Cina, a condizioni di vero e proprio “lavoro forzato”. Queste fabbriche sarebbero collegate a oltre 80 marchi di alto profilo, tra cui Nike, Apple e Gap.
La Cina, che si ritiene abbia portato più di un milione di uiguri nei campi di internamento nello Xinjiang, ha descritto i suoi programmi come “formazione professionale e istruzione“. Il governo americano ha ritenuto che le prove fossero sufficienti da giustificare un’azione repressiva contro le aziende cinesi incriminate. I funzionari di frontiera americani hanno anche sequestrato di recente una spedizione di 13 tonnellate di prodotti per capelli dalla regione per un valore stimato di 800.000 dollari.
Gli attivisti sostengono che la Cina continuerà con queste pratiche a meno che le aziende occidentali che fanno affari nel paese non prendano una posizione. Per questi motivi, viene chiesto anche ad Apple di muoversi malgrado non ci siano prove concrete di coinvolgimenti dei suoi fornitori in Cina. Alle aziende americane viene poi chiesto di identificare i fornitori che operano nella regione di e di avviare indagini molto più approfondite. Nel caso vengano trovati dei collegamenti tra questi fornitori e la regione di Uyghur, le aziende dovrebbero seguire cinque azioni specifiche:
- Disimpegnarsi dai rapporti commerciali con qualsiasi struttura produttiva situata nella regione di Uyghur utilizzata per fabbricare abbigliamento e/o altri prodotti a base di cotone.
- Disimpegnarsi dai rapporti commerciali con qualsiasi fornitore con sede al di fuori della regione di Uyghur che ha filiali o operazioni nella regione di Uyghur o che ha accettato sussidi governativi cinesi
- Disimpegnarsi dalle relazioni commerciali con qualsiasi fornitore che abbia assunto, in un posto di lavoro al di fuori della regione uigura, i lavoratori della regione uigura che sono stati inviati dal governo.
- Indicare a tutti i fornitori in Cina e nel mondo di terminare, entro e non oltre i 365 giorni dalla firma dell’accordo, tutti gli approvvigionamenti di tutti i prodotti finiti o di componenti nella regione di Uyghur.
- Disimpegnarsi dai rapporti commerciali con tutti i fornitori in Cina e nel mondo che non accettano di prendere le misure indicate.
Per ora, Apple si è limitata a confermare di non aver trovato alcuna prova di lavoro forzato nelle linee di produzione in Cina. .