Alcune settimane fa, TSMC ha annunciato un piano da 15 miliardi di dollari per la costruzione di uno stabilimento in Arizona dove produrre anche i chip utilizzati da Apple su iPhone e iPad. Questa proposta non è però piaciuta ad alcuni senatori USA.
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La Casa Bianca ha salutato con entusiasmo questa iniziativa, perché porterebbe non solo un importante stabilimento nel paese, ma anche migliaia di nuovi posti di lavoro. Anche Apple ha appoggiato l’iniziativa, potendo così contare su chip made in USA nei prossimi anni.
Tuttavia, alcuni senatori non sono d’accordo con l’accordo tra il governo e la TSMC, visto che le agevolazioni fiscali previste per supportare l’azienda di Taiwan negli USA creerebbero il presupposto di un sistema di concorrenza sleale a discapito dei produttori americani di chip come Micron, GlobalFoundries e Cree.
Chuck Schumer, Patrick Leahy e Jack Reed hanno sollecitato una maggiore trasparenza e hanno chiesto al governo di considerare in primis le società che hanno già costruito una presenza significativa negli Stati Uniti:
Abbiamo serie domande su come questo progetto tenga conto dei requisiti di sicurezza nazionali e su come si allinei con una strategia più ampia per la costruzione di una catena di approvvigionamento manifatturiera statunitense diversificata.
Vi chiediamo di interrompere tali negoziati o discussioni fino a quando non avrete informato le commissioni competenti in materia di autorizzazioni e stanziamenti con i vostri piani, compresi eventuali impegni assunti con finanziamenti, agevolazioni fiscali, licenze o altri incentivi.
Le polemiche si sono intensificate quando TSMC ha chiesto al governo USA di coprire completamente la differenza dei costi operativi tra Taiwan e gli Stati Uniti, tramite sussidi che dovranno essere pagati nei prossimi anni.
I legislatori statunitensi propongono quindi che le aziende americane di semiconduttori accedano ad agevolazioni fiscali e incentivi per un valore di 22,8 miliardi di dollari, così da non dare un vantaggio immotivato alla TSMC. La proposta ha avuto il sostegno bipartisan di Senato e Camera.
La proposta creerebbe un credito di imposta sul reddito rimborsabile del 40% per le apparecchiature necessarie alla produzione di chip, 10 miliardi di dollari in fondi federali per gli incentivi statali utili alla costruzione di fabbriche e 12 miliardi in finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo. Ovviamente, TSMC non potrebbe accedere a questi fondi, ma avrebbe comunque alcune agevolazioni fiscali.
La proposta servirebbe anche per consentire al Dipartimento della Difesa di avere a disposizione una maggiore capacità di produzione interna di semiconduttori sicuri e affidabili. Ad oggi, infatti, molti chip usati dal governo USA provengono dall’Asia e rimane alta l’esigenza di aumentare la produzione interna.