In una recente intervista rilasciata al VICE News Tonight sulla HBO, il CEO di Apple Tim Cook ha parlato di vari argomenti, che vanno dalla solita privacy e dalla solita Cina, fino ai motivi che hanno portato all’esclusione da App Store e iTunes dei contenuti prodotti da Alex Jones.

Parlando di privacy, Tim Cook ha detto che è importante fare in modo che i legislatori negli Stati Uniti si adeguino alle nuove tecnologie e aggiornino le norme in materia: “La tecnologia in sé non vuole essere buona, non vuole essere cattiva. Non vuole nulla. Spetta tutto a chi crea, e sono estremamente ottimista sul fatto che questo argomento sia al centro della discussione pubblica e politica. Dobbiamo cambiare e regolamentare alcune cose”.
La giornalista Elle Reeves ha chiesto a Tim Cook se questa ossessione per la privacy non sia un ostacolo per lo sviluppo di Siri, visto che Apple si rifiuta di raccogliere i dati dei clienti. Cook non è d’accordo: “La storia che alcune aziende cercheranno di farti credere è che devono prendere tutti i tuoi dati per migliorare i loro servizi. Beh, non crederci. Chiunque te lo stia dicendo… sta dicendo un sacco di bugie“.
E non manca la frecciatina a Google e Facebook: “La nostra sfida è quella di raccogliere meno dati possibili. E quando li raccogliamo, facciamo di tutto per rendere tali dati non identificabili: non leggiamo le tue e-mail, non leggiamo i tuoi messaggi… tu non sei un nostro prodotto per formare un profilo dettagliato e consentire ad altre aziende di acquistare delle opportunità pubblicitarie a te indirizzate. Questo non è il nostro business”.
Cook ha continuato a difendere la decisione di Apple di aderire alle politiche del governo cinese, una posizione che ha costretto la società a trasferire i dati degli account iCloud in server di proprietà della Cina. La mossa, sostengono i difensori della privacy, apre i clienti al potenziale spionaggio del rigido regime cinese. “Per nessuno è facile ottenere quei dati” ha risposto Tim Cook. “Voglio dire, si tratta di dati crittografati e protetti, per questo il problema non è dove si trovano quei dati. Abbiamo server situati in molti paesi diversi nel mondo e i dati sono protetti sempre allo stesso modo, ne più e ne meno“.
Si parla poi della questione Alex Jones. Apple ha rimosso tutti i suoi contenti da App Store, iTunes e Podcast, perché le trasmissioni di Alex Jones “incitavano all’odio”. Apple ha sempre difeso la sua posizione affermando che lo store è “un posto per tutti i punti di vista, purché i contenuti rispettino gli utenti con opinioni diverse“. Ricordiamo che Jones è una delle voci più estreme del conservatorismo americano e nelle sue trasmissioni parla di libertà delle armi, “Trumpismo”, lotta all’immigrazione ma anche diffusione massiva di fake news, teorie del complotto varie (in stile 11 settembre), e tanto altro.
Su questo argomento, le parole di Tim Cook sono chiare: “Quello che gli utenti vogliono da noi e quello che abbiamo sempre fornito è una piattaforma curata in ogni suo aspetto. Pensiamo che ciò che l’utente desidera è che qualcuno riveda le app, riveda i podcast e tutti gli altri contenuti per evitare che ci siano elementi che incitano all’odio. Non è un punto di vista politico, perché non appoggiamo nessun partito e nessuna opinione, come si può facilmente vedere dalla varietà di app e contenuti podcast presenti sulle nostre piattaforme. Vedrai di tutto, dai contenuti molto conservatori a quelli molto liberali”.
Tra l’altro, anche altre aziende come Facebook e Twitter hanno bannato i contenuti di Alex Jone, ma Tim Cook ammette che la decisione è stata presa in piena autonomia.
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