
In questi giorni, Apple ha notificato ufficialmente alla European Commission che i servizi Apple Maps e Apple Ads superano le soglie previste dal Digital Markets Act. Si tratta di ssoglie quantitative relative al numero di utenti attivi mensili e all’impatto sul mercato europeo.
Secondo le regole del DMA, la Commissione ha ora 45 giorni di lavoro per decidere se assegnare ai servizi lo status di “gatekeeper”. Se la designazione sarà confermata, Apple avrà sei mesi per adeguarsi alle norme imposte.
La decisione è attesa per i primi mesi del 2026. Nel frattempo, Apple ha contestato la possibile classificazione, sostenendo che Maps e Ads non esercitino una posizione dominante nel mercato europeo, in quanto la loro quota è “minima” rispetto a concorrenti consolidati.
Il DMA definisce le regole per le cosiddette “core platform services”: piattaforme digitali che, per dimensione, utenti e struttura, hanno un peso tale da influenzare fortemente la concorrenza e l’accesso al mercato.
Una piattaforma può essere classificata come “gatekeeper” se soddisfa criteri quantitativi: ad esempio almeno 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE oppure una capitalizzazione di mercato molto elevata, insieme ad un ruolo stabile come intermediario tra imprese e utenti finali.
Per i gatekeeper sono previste regole ferree: divieto di pratiche anti‑concorrenziali, obbligo di garantire interoperabilità, trasparenza, facilitazione del passaggio tra servizi, e restrizioni su “self‑preferencing” (cioè favorire i propri servizi rispetto a quelli di terzi).
Secondo quanto riportato da Apple alla Commissione, ora Apple Maps e Apple Ads superano le metriche richieste. Per Apple Maps, la Commissione dovrà valutare se l’applicazione e il suo uso nell’UE siano sufficienti a conferire un ruolo di “porta d’accesso essenziale” fra utenti e servizi. Apple, però, sostiene che il suo uso sia “molto limitato” rispetto a servizi concorrenti (es. Google Maps, Waze) e che la sua funzione non abbia caratteristiche di intermediazione determinanti.
Per Apple Ads, l’azienda afferma che la sua quota nel mercato della pubblicità digitale in Europa è ridotta rispetto a concorrenti storici (Google, Meta, TikTok, altri), e che non utilizza dati provenienti da altri servizi Apple o di terze parti per profilazione. Apple dunque cerca di infondere dubbi sull’opportunità di includere queste piattaforme tra quelle soggette al DMA.
Se la Commissione confermasse la designazione, Apple Maps e Apple Ads dovrebbero rispettare un pacchetto di regole stringenti. Questo potrebbe tradursi in:
- maggiore trasparenza nelle modalità di raccolta e uso dei dati
- obbligo di interoperabilità e facilità di switch per gli utenti (potenzialmente più concorrenti, alternative e scelta)
- divieto di pratiche anticoncorrenziali come il “self‑preferencing” o la preinstallazione forzata in qualche forma
- monitoraggio più rigoroso da parte di Bruxelles, con possibile impatto sul modello di business di Apple Ads
In sostanza, un cambiamento che potrebbe rendere il mercato pubblicitario e dei servizi digitali più aperto, ma con ripercussioni sull’approccio Apple alla privacy, integrazione e controllo ecosistemico.
In ogni caso, non è affatto scontato che la designazione avverrà. Apple ha avanzato una difesa precisa, puntando su due argomenti centrali: la scarsità di diffusione reale e di impatto di Maps e una quota di mercato marginale per Ads. Inoltre, la normativa DMA prevede che la designazione sia valutata caso per caso: non basta superare soglie quantitative, serve dimostrare che il servizio funzioni come “ponte” essenziale tra imprese e utenti.
Infine, anche in caso di designazione, Apple avrà sei mesi per adottare le modifiche richieste. Non è dunque detto che le modifiche arrivino subito o che incidano allo stesso modo in ogni Paese dell’UE.
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